“Stefano D’Orazio dei Pooh è mio padre", il batterista in tribunale
“Stefano D’Orazio dei Pooh potrebbe essere mio padre”: Francesca Michelon trascina il batterista in tribunale, lui smentisce tutto e non si presta al test del Dna.
Stefano D’Orazio dei Pooh potrebbe essere il padre naturale di Francesca Michelon o, almeno, questa è la versione della giovane 31enne che ha trascinato il musicista in tribunale avviando un’azione di riconoscimento di paternità. Peccato, però, che l’artista oltre a negare questa possibilità, si sia rifiutato di sottoporsi all’esame del Dna. In sostanza, quindi, al momento, la situazione ristagna mentre al desiderio di verità della giovane, i legali di D’Orazio ribattono che l’intero processo è stato dettato solo da un desiderio economico. Ecco i fatti.
La vicenda di questa giovane dai capelli rossi è iniziata improvvisamente dieci anni fa quando la madre, Oriana Bolletta, le ha raccontato per la prima volta di quando – in crisi con il marito Diego Michelon – ebbe un flirt extra coniugale. Correva l’anno 1984 e la signora si avvicinò sempre di più ai Pooh che conosceva da qualche tempo proprio grazie al marito, tecnico del suono per la band. Tra confidenze e sintonia crescente, Oriana iniziò – a suo dire – una love story con il batterista destinata, però, ad interrompersi bruscamente quando rivelò al suo compagno di essere incinta. Cosa fare a quel punto?
La mamma di Francesca non ebbe dubbi e tornò dal marito che l'accolse accogliendo poi – come un padre – l’arrivo di questa figlia nata proprio a nove mesi di distanza dall’improvvisa rappacificazione. Le strade dei signori Michelon, però, erano destinate a separarsi ancora e infatti i due divorziarono qualche tempo dopo.
Nel frattempo, però, Francesca era ormai una donna e la madre decise di raccontarle tutta la verità. Una verità difficile da digerire che, però, la giovane cercò di fronteggiare contattando D’Orazio e frequentandolo per circa un anno. L’anno trascorre tranquillo ma il rapporto tra questi (presunti) padre e figlia non decolla e le relazioni si interrompono.
È il 2013 e il Tribunale di Venezia sancisce il disconoscimento della paternità di Diego Michelon che, dopo l’esame del Dna, risulta non essere il padre biologico. Chiusa la causa a Venezia, quindi, Francesca avvia la battaglia legale in quel di Marsala, dove risiede il batterista della band. La richiesta, qui, è il riconoscimento oltre al mantenimento retroattivo al quale si aggiungono i danni esistenziali per un totale di due milioni e mezzo di euro.
Peccato, però, che il batterista abbia un ricordo molto diverso da quello della madre di Francesca a proposito della loro “love story” che, a detta sua, non si può nemmeno definire tale giacché la liaison constò di un paio di episodi in tutto ed è – a suo dire – molto poco verosimile che da quegli incontri fugaci si sia originata una vita. Nel frattempo, quindi, i legali del batterista sostengono che l’intera storia sia dettata da un desiderio economico e D’Orazio, per ben tre volte, non si è sottoposto al test del Dna. L’appuntamento è in tribunale.
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