Anno bisestile: tutte le sorprese del 2016
Il 2016 sarà un anno bisestile: la leggenda lo vuole funesto e non mancano le profezie sulla fine dell'Europa. Niente panico, scampata la fine del mondo nel 2012, la diffidenza per il giorno in più è millenaria.
L’anno bisestile, l’anno bisesto-anno-funesto (o molesto), è alle porte e puntuali sono arrivate le (nefaste) profezie: “L’Isis attaccherà Roma il 23 marzo 2016″, ha rivelato il contadino di nome Pedro Régis che da 27 anni, ad Anguera (Bahia, in Brasile) dichiara di ricevere i messaggi direttamente dalla Madonna. Della stessa opinione è anche Baba Vanga, al secolo Vangelia Pandeva Dimitrova, una mistica e chiaroveggente bulgara, ribattezzata da molti la Nostradamus dei Balcani, famosa per aver predetto il crollo delle Torri Gemelle, il 44esimo presidente statunitense, "un afro-americano” che sarebbe stato però "l'ultimo presidente degli Stati Uniti" e lo tsunami del 2004. Ebbene, secondo le sue visioni, “nel 2016 ci sarà una guerra che porterà alla fine dell'Europa e nel 2043 il Califfato avrà Roma come epicentro".
Attenzione però a non esagerare: l’ultimo bisesto era il 2012 e a dar retta al calendario Maya era l’appuntamento con la fine del mondo. Profezia che si rivelò decisamente troppo pessimista. Al contrario, come esseri umani, dovremmo andar fieri del sistema introdotto da Giulio Cesare, messo a punto da Ottaviano Augusto nell’8 avanti cristo, ritoccato da Papa Gregorio mezzo millennio fa e tutt’ora in esercizio, che ci permette di contare giorni anni e stagioni. Il condizionale è d’obbligo perché - razionalità a parte -, l’allergia della Roma classica alle eccezioni ci è stata tramandata sotto forma di diffidenza: l’anno col giorno in più è quanto meno sospetto. Sappiamo che serve a compensare i ritardi del calendario evitando che le stagioni scivolino all’indietro una nell’altra, ma ci piace moltissimo popolarlo di streghe e sortilegi, scaramanzie e credenze campate per aria. D’altronde è quello che facciamo con tutto ciò che ci sembra diverso.
Anno bisesto né baco, né moglie, né innesto
Dunque, dice la saggezza popolare, nell’anno bisestile è meglio non prendere iniziative. La sua influenza negativa colpisce soprattutto le cose ombrose, quelle sensibili al minimo squilibrio. Gli innesti delle piante e gli allevamenti di bachi da seta hanno bisogno di cure maniacali per attecchire come si deve: proibiti. E poi ci sono le donne, e anche qui non c’è dubbio che un matrimonio abbia bisogno di terreno e atmosfera favorevoli. Quindi: anno bisesto né baco, né moglie, né innesto. Ce l’aveva con gli anni bisestili anche Girolamo Savonarola, che li considerava portatori di carestie e sciagure assortite: ma il frate rivoluzionario quattrocentesco era un po’ cupo di suo e molto tradizionalista. Può essere che ai suoi tempi l’anno bisestile gli sembrasse un’ingerenza tecnologica insopportabile.
Anno bisestile: le fortunate eccezioni
Di leggenda in leggenda, non bisogna poi dimenticare che ogni usanza balzana ha il suo contrario. In Irlanda, per esempio, l’anno bisestile era invece favorevole alle ragazze in cerca di marito. Il 29 febbraio - eccezione rispetto alla regola che le voleva in trepidante attesa del principe azzurro - avevano facoltà di ribaltare le parti e chiedere al loro fidanzato di sposarle. Rifiutare costava piuttosto caro: 12 paia di guanti (per nascondere lo sfregio del mancato anello), un bacio, un abito di seta e un dono in denaro. Fa sorridere, ma pare che sul finire del XIII° secolo la questione sia finita al Parlamento scozzese, incaricato di tutelare le ragazze da giovanotti dal braccio corto che si ostinavano a non onorare gli obblighi del leap day, il giorno del salto.
Anno bisestile: i nati del giorno in più
Il Guinness dei primati ci regala invece qualche record strambo, come quello della famiglia dei Keogh. Peter Antonhy, nato il 29 febbraio 1940, il figlio Peter Eric nato il 29 febbraio 1964 e la figlia di questi Bethany Wealth, 29 febbraio 1996. Doppiamente bisestili, le persone nate nel giorno del salto hanno anche un club, fondato in Spagna una ventina d’anni fa, e un orgoglio collettivo: “Alcuni sono disturbati dal nascere in un giorno che non esiste, creato per completare il calendario. Però, non è così in tutto il mondo, c’è una moltitudine di bisestili orgogliosi di esserlo” spiega il fondatore del Circolo mondiale dei bisestili José Manuel Ubarrechena, autore anche di una canzone dedicata ai nati il 29 febbraio. Nel 1996 Manuel si sentiva solo perché non sapeva con chi festeggiare il compleanno e mise un annuncio su El Mundo: “Cercasi bisestili”. Arrivarono in sessanta, oggi sono migliaia.
I (nefasti) episodi bisesti
Chi invece si appassiona ai ricorsi storici di stampo catastrofista, potrà pescare a mani basse tra le sventure capitate in coincidenza di anni bisestili. Il terremoto di Messina nel 1908, quello del Friuli nel 1976, lo tsunami nel 2004. L’entusiasmo dura poco: giusto il tempo di rendersi conto che si può fare lo stesso gioco anche con gli anni che finiscono per 13, o con quelli la cui somma interna è 8. Le sciagure sono talmente tante e ben distribuite che se ne troverà sempre una buona per qualunque legge (e volendo si potrebbero anche scegliere delle notizie buone, trasformando i bisestili in anni propizi).
Sia come sia, il prossimo 29 febbraio in Italia sarà anche la Giornata nazionale delle malattie rare: quelle sì sono il caso in cui l’eccezione e la differenza possono trasformarsi in una vera e propria sciagura.
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