Dieta Scarsdale: fa bene o fa male?

La famosa dieta Scarsdale è in voga dagli anni Settanta ma ci sono diversi punti che la rendono un regime non salutare. Ecco cosa è bene sapere.

Dieta Scarsdale: tanti contro per un regime alimentare che non va preso alla lettera.


Si chiama dieta Scarsdale, ha una tradizione ormai decennale e una origine medica. Ma non per questo si tratta di un regime che vale la pena seguire se si vuole dimagrire in modo definitivo, sano ed efficace. Ecco perché.

La storia

A differenza di altri regimi dalle dubbie origini, la Scarsdale deve il suo nome al dottor Herman Tarnower, medico di famiglia e cardiologo, che l'ha inventata negli anni Settanta, donandole il nome riservato anche al centro sanitario da lui fondato. Diventata una dieta di successo a livello internazionale, è stata pubblicata per la prima volta nel 1978 e da allora è rimasta pressoché invariata.

Come funziona

Si tratta di un regime alimentare ipocalorico e a basso apporto di carboidrati, ma ricco di proteine, da seguire per due settimane, che promette di far perdere mezzo chilo di peso in appena 14 giorni, appunto. Il che può anche avvenire ma, stando agli esperti, non è il modo migliore per fare in modo che il grasso perso non torni, nonostante una fase di mantenimento. E soprattutto, non è la soluzione più salutare per il nostro organismo.

Cosa prevede

Addio alla varietà nella propria tavola: come la dieta Atkin il corpo finisce in uno stato (poco salutare) di chetosi, mentre si tagliano dalla propria tavola zuccheri e alcolici, ogni condimento grasso (burro, margarina, salse e sughi), latticini e carni che non siano magre. Insalata e verdure si condiscono solo con olio e limone. La percentuale prevista è di 43% di proteine, 34,5% di carboidrati, 22,5% di grassi: non ci sono particolari limiti o quantità, ma lo schema è rigido. A colazione caffè o tè senza zucchero e un paio di fette biscottate, frutta per spuntino, a pranzo carne o pesce magro con verdure e la sera, in aggiunta alla carne magra, è possibile concedersi una fetta di pane. Alla fine di questo periodo il mantenimento (per un altro paio di settimane, prima di ricominciare con la dieta) prevede una fetta di pane in più, della marmellata, uova e un bicchiere di vino.

Le critiche

Le critiche degli esperti e nutrizionisti sono varie. Oltre ad essere molto poco variegata, la dieta prevede troppi pochi grassi, ma soprattutto non è una dieta che può essere portata avanti a lungo: una volta terminata, tornerà anche il peso perso. Inoltre, con il passare degli anni i medici hanno stigmatizzato il tentativo di portare avanti questa dieta (a cicli) per un periodo più lungo, perché può essere dannosa per la salute: prevede troppe proteine e troppi pochi carboidrati: questo rende insufficienti i nutrienti necessari all'organismo.

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