La dieta Atkins

La dieta Atkins è un programma dimagrante molto diffuso negli Stati Uniti. Il suo principio: dichiarare guerra ai carboidrati. Vediamo come funziona. 

Prima di iniziare una dieta parlatene con un medico. Potreste arrivare ad avere delle carenze alimentari.


La dieta Atkins: il metodo

Il Dottor Atkins ha ideato questa dieta negli anni ’70. Oggi è stata creata una nuova versione, ma l’idea di base resta la stessa: ridurre al minimo l’apporto di carboidrati, considerati responsabili dell’accumulo di grasso, e privilegiare le proteine.

I carboidrati (o glucidi) sono contenuti in moltissimi alimenti, come pasta, pane, cereali e legumi, ma anche nella frutta e nella verdura. Sono un’importante fonte di energia per il nostro organismo, ma possono avere un contenuto calorico elevato.

Secondo il Dottor Atkins, un’alimentazione povera di glucidi favorisce la produzione di corpi chetonici, responsabili dell’eliminazione delle calorie bruciate. Inoltre le riserve di glicogeno (un polimero del glucosio), si esauriscono nel corso della dieta, favorendo l’eliminazione dell’acqua.

La dieta Atkins si basa quindi sulle proteine e, in minor misura, sui grassi. È proprio per questo che, come molte altre diete iperproteiche, è stata spesso criticata. Essendo molto povera di vitamine, fibre e sali minerali, può provocare delle carenze alimentari. Le conseguenze possono essere nausea, diarrea o stanchezza, ma anche un aumento del colesterolo e persino l’infarto. 

Inoltre, questo programma non è semplicissimo da seguire quando si ha una vita sociale intensa. È il minore dei mali, ma va preso comunque in considerazione prima di cominciare!

La dieta Atkins: in pratica

Il metodo Atkins si compone di quattro fasi. La perdita di peso è molto rapida nella prima fase, mentre le altre tre servono a stabilizzare il peso forma.

 Fase 1: l’apporto di glucidi si riduce a 20 grammi al giorno. Corrisponde a una mela o una fetta di pane. Questa fase d’attacco non deve durare più di 2 settimane. Al di là, la dieta rischia di diventare dannosa e di provocare delle carenze alimentari. Gli alimenti da privilegiare sono quelli proteici (carne, pesce, uova…), i formaggi e le verdure verdi in quantità moderata. 

 Fase 2: in questa fase si rallenta la perdita di peso e si reintroducono gli alimenti contenenti dei glucidi, in particolare frutta e verdura. L’aumento sarà di 5 grammi in più al giorno e alla settimana (saranno quindi 25 g al giorno nella prima settimana, 30 g in più nella seconda…). Questa fase dura fino a che la perdita di peso non si ferma.

 Fase 3: la perdita di peso rallenta e si stabilizza. È il momento di imparare a mangiare correttamente, modificando le vecchie abitudini alimentari. L’apporto di glucidi aumenta di 10 grammi al giorno e a settimana, ma deve essere dosato secondo l’evoluzione della perdita di peso. Una volta che il peso si è assestato sul valore ideale, si passa alla quarta fase.

 Fase 4: a seconda dell’attività fisica e del metabolismo, la quantità giornaliera di glucidi deve aumentare, da 45 a 100 grammi (più o meno due porzioni di frutta, di cereali o di yogurt). L’alimentazione rimane comunque prevalentemente proteica. 

Per riassumere:

Il medico americano Robert Atkins è stato un precursore delle diete iperproteiche. Il suo programma alimentare si basa sulla riduzione drastica dell’apporto di carboidrati. La sua dieta alimentare ha incoraggiato le pazienti americane a “mangiare l’hamburger lasciando da parte le fette di pane”. 
Fra gli alimenti proibiti nella fase di attacco ci sono legumi, cereali, frutti, latticini, zuccheri e bevande zuccherate. Potrete invece consumare a volontà: pesce, uova, latticini non zuccherati e formaggi. C’è spazio anche per i condimenti come burro, olio e margarina, ma con moderazione.
La dieta Atkins seduce perché garantisce una rapida perdita di peso. Potete perdere dai 2 ai 4 chili in una settimana e fino a 6 chili in un mese. Ma attenzione, questa dieta comporta delle carenze alimentari che possono essere dannose per la salute. Senza dimenticare che l’elevato apporto di grassi aumenta i rischi di malattie cardiovascolari. 

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