Marion Le Pen: chi è la nipote di Marine e Jean-Marie

I riflettori francesi sono tutti puntati sulla rampolla di casa Le Pen, Marion Maréchal, ventisei anni il 10 dicembre, il volto (giovane) di quel Front National a un passo dalla presidenza della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra (Paca). Cresciuta a pane e politica - suo nonno è Jean-Marie, sua zia è Marine, suo padre è stato il fondatore del movimento giovanile del Front - Marion non è certo alle prime armi. Aveva 18 anni quando si è iscritta al partito, ne aveva 21 quando ha incassato la prima sconfitta alle regionali del 2010 e ne aveva 23 quando è stata eletta al parlamento: un record che le è valso il titolo di più giovane deputata di Francia, più precoce di nonno Jean-Marie che in Aula ci era entrato nel 1956, a 27 anni. Domenica 6 dicembre erano in tanti (e tanto skin-heads) allo stadio coperto di Le Pontet nella periferia di Avignone a scandire a gran voce il suo nome: “Ma-ri-on!, Ma-ri-on!, Ma-ri-on!” perché anche se per la vittoria definitiva bisogna aspettare il ballottaggio di domenica 13 dicembre, il primo turno l’ha stravinto incassando quasi il 35% dei voti. 

“È una vittoria storica e inattesa - ha esordito una volta sul palco, visibilmente emozionata, sempre biondissima e angelica - che infonde nuova speranza alla nostra regione. Il vecchio sistema è morto: spero che la destra e la sinistra, che hanno tradito e umiliato il popolo di Francia, ne trarranno le giuste conseguenze”. A dispetto del suo aspetto, Marion è un osso duro e negli ultimi giorni si è fatto ancora più duro: in caso di un’elezione al secondo turno ha annunciato che taglierà le sovvenzioni a tutte le associazioni “multi-culturaliste o troppo politicizzate”; prima tra tutte, quella della pianificazione familiare che “banalizza l’aborto”.

D’altra parte la storia, già lunga nonostante la sua giovane età, racconta una gavetta al potere su tutti i fronti: da bambina posava in braccio al nonno nei suoi manifesti elettorali, da ragazzina faceva i conti con le spaccature familiari - la madre Yann è scappata con  un amante e il padre Samuél si è risposato con la nipote di quel Félix Houphouët-Boigny che fu presidente della Costa d’Avorio, non proprio il target del partito da lui fondato - e da giovane donna ha scalzato la candidatura del nonno. Con una grazia e una naturalezza che hanno fatto passare in secondo piano il fatto che sia stata lei a gettare le basi di quella guerra tra papà Jean-Marie e figlia Marine che ha dominato il dibattito all’interno del partito. ”Non può più essere presidente del Front National”, ha fatto sapere lei ai tempi: il nonno ha incassato facendo finta di non sentire, concentrato com’era a insultare sua figlia, e alla fine è pure riuscita a guadagnare il suo appoggio. Meglio di così non poteva muoversi. Il fatto che adesso sia ai ferri corti con zia Marine - a sua volta super favorita nella regione del Nord-Pas-de-Calais-Picardie - suggerisce che quella sarà la prossima battaglia.      

Nel frattempo, però, si gode il suo successo, un’alchimia di gioventù, bellezza, idee chiare e populiste e repliche sferzanti. A pochi giorni dal voto, a meno di un mese dagli attacchi del 13 novembre, Marion ha dichiarato che “i francesi possono essere di confessione musulmana a condizione di piegarsi al modo di vita che l’influenza greca, romana e cristiana hanno affinato negli ultimi 16 secoli”. Attenzione a metterle i bastoni tra le ruote: alcuni mesi fa, in occasione di un premio a un esponente del Fn boicottato all'ultimo minuto, ha tuonato contro i giornalisti: "Vi fregheremo, quando arriveremo noi, vi faremo davvero male...". Tremate, tremate: le Le Pen sono (quasi) arrivate.