Febbre alta: il decalogo per l'età pediatrica

Con l'arrivo del grande freddo l'influenza colpisce i più piccoli con picchi di febbre alta. Ecco cosa devono sapere i genitori.

La febbre alta colpisce i bambini che sono più esposti, per via del calo di vaccinazioni.


I sintomi sono di quelli che fanno paura a mamma e papà: dolori e febbre alta. Che, in questa stagione di influenza, può raggiungere i vertici del termometro, a quanto riferisce l'agenzia Adnkronos che ha intervistato Maurizio de Martina, ordinario di pediatria dell'Università di Firenze e direttore del dipartimento di Pediatria internistica dell'ospedale cittadino, il Meyer.

Il docente e professore lancia l'allarme, anticipando alcuni dati che saranno presentati la settimana prossima al Convegno di infettivologia e vaccinologia pediatrica che si terrà nell'università del capoluogo toscano. I genitori temono la sindrome influenzale di stagione "complice anche la scarsissima attenzione dei genitori italiani verso la vaccinazione, pediatrica e non. Ci si aspetta quindi il conseguente panico da febbre alta del bambino, che porta spesso mamma e papà ad impasticcare il figlio di antipiretici per abbassarla, collegando l'assenza di febbre alla guarigione. Non deve essere così".

Sono altre infatti le soluzioni che in molti casi possono aiutare a ridurre il problema. Ricordando il motivo del sintomo: "La febbre esiste negli animali da 40 milioni di anni ed è presente in tutte le specie, incluse quelle più in basso nella scala zoologica. Quando un fenomeno biologico è mantenuto a lungo in tutte le specie vuol dire che è indispensabile per la sopravvivenza. E la febbre lo è, perché a temperatura febbrile funzionano meglio i meccanismi immunologici e funzionano peggio virus e batteri. I medici sanno che è brutta la prognosi di bambini con infezioni gravi ma che non sviluppano febbre. E sanno anche che abbassare la febbre comporta regolarmente un allungamento delle condizioni infettive".

Questo significa anche che se c'è solo febbre ma non malessere è sbagliato usare un antipiretico, solo per dare pace alla propria ansia. Meglio seguire il decalogo fornito dallo specialista:
1) Il termometro digitale, da mettere sotto l'ascella, è il solo strumento da usare: è più preciso e causa meno sconforto (e incidenti) di quello per via rettale.
2) Il lattante con febbre va fatto visitare dal medico in giornata, per escludere la possibilità di un'infezione batterica grave.
3) Se la febbre non si abbassa non intestardirsi con l’antibiotico. Bisogna infatti ricordare che non sempre la febbre è causata da infezione.
4) Rispettare le dosi prescritte dal medico o indicate nel foglio illustrativo.
5) Rispettare i tempi di assunzione indicati dal medico, senza prolungarli o accorciarli
6) Non pensare che l'effetto sia immediato e viceversa non attendere oltre misura: 90 minuti è il tempo massimo entro il quale deve essere atteso l’effetto dell’antipiretico.
7) La via di somministrazione è sempre quella orale, salvo casi rari.
8) No a rimedi della nonna come spugnature, ghiaccio, o pezze di tessuto bagnate, inutili e talvolta controproducenti, perché possono causare brividi e innalzare la temperatura.
9) La crescita dei dentini non provoca febbre: la febbre da eruzione dentaria quindi non esiste.
10) Attenzione alla malaria se il bambino febbrile è di ritorno da un Paese ad endemia malarica.

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