Mamme, figli e smartphone: regole del buon utilizzo

La griffe Start-rite intervista bambini tra 7 e 11 anni per capire i loro sentimenti di fronte all'uso di smartphone e tablet dei loro genitori. Le risposte sono chiare: "Quando li vedo lì mi chiedo se gli importa di me". E gli studi scientifici danno ragione ai bambini. Come fare?

 

Studi scientifici dimostrano che i bambini si sentono messi da parte quando i loro genitori utilizzano smartphone e tablet.


Mamme e papà: smarphone e tablet sono più importanti dei vostri figli? Se la risposta, ovviamente, è no i genitori dell’era della tecnologia smart devono comunque far attenzione perché invece secondo i bambini spesso alla domanda si può rispondere con un decisissimo “sì”. Lo rivelano studi su studi che mettono in guarda i genitori iper-connessi analizzando le conseguenze del loro continuo aggiornamento di e-mail e app sulla vita dei figli. 

Tra questi una ricerca apparsa sull’autorevole Pediatrics che ha preso nota, negli Stati Uniti, delle attività a tavola delle famiglie con bambini. Al ristorante con gli eredi, hanno sottolineato gli studiosi, i genitori non rinunciano comunque a un controllo costante della tecnologia e sacrificano, proprio in virtù del touchscreen, la relazione faccia a faccia che è indispensabile per lo sviluppo emotivo, cognitivo e linguistico dei bambini. Dunque a genitori più connessi corrispondono figli un po’ meno brillanti? Sì e no, continua il team di ricerca, perché smartphone e tablet hanno anche l’indubbia capacità di favorire l’accesso dei bambini al materiale didattico. Peccato, però, che ai bambini di questo libero accesso alla cultura virtuale interessi spesso relativamente poco visto che, a tutte le app del mondo, preferirebbero semplicemente l’attenzione di mamma e papà

A mettere in scena questo desiderio ci ha pensato il marchio Start-rite che, pubblicizzando la sua collezione autunnale di calzature per l’infanzia, ha chiesto a bambini e bambine tra 7 e 11 di parlare del rapporto dei genitori con i loro dispositivi mobili. “Pensi – si domanda loro nella domanda principale - che i tuoi genitori passino troppo tempo tra smartphone e tablet? Tu come ti senti?"

E via alle risposte dei più piccoli che – su questa spinosa questione – paiono non avere nessun dubbio. "Mamma sta al pc – dice la prima - e io non posso giocare con lei" mentre il secondo riconosce una volontà di sottrarsi: "Se è al telefono non vuole parlare con noi". Ma al procedere delle interviste ecco anche il sentimento più triste di tutti che i giovani intervistati descrivono come una mancanza di interesse. "Se mamma sta guardando il telefono – spiega un altro -  le faccio una domanda e non mi risponde. Così devo fargliela di nuovo” ma la conclusione spetta a un bimbetto dalla faccia seria e dalla risposta pronta: "Non mi danno abbastanza attenzioni. Guardano il telefono e mandano messaggi. Se li saluto o chiedo qualcosa dopo un attimo tornano a digitare. Io resto li, annoiato, per altri 10 minuti a guardare quello che fanno e mi chiedo: Gli importa di me?". 


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