Alessandro Michele: secondo Time è l'unico italiano influente

Il Time inserisce Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, nella classifica "100 Most Influential People". Pensare che lui voleva fare altro nella vita. 

L'attore e musicista Jared Leto ha scritto per il Time la presentazione dell'amico Alessandro Michele.

Gli italiani non fanno più notizia, o meglio, non contano più. L’unico influente, secondo la celebre classifica del Time, è Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci. L’uomo che in soli sei mesi ha risollevato la Maison tanto che, come ha spiegato Jared Leto, musicista e attore Premio Oscar nonché amico dello stilista e perciò incaricato da Time di descriverlo, “alle persone non piace semplicemente Gucci. Lo desiderano. E credo sia perché in qualche modo percepiscono che Alessandro Michele mette il cuore tutto quello che fa”.    

E pensare che lui, Alessandro Michele, 45 anni, romano, una cascata di capelli arruffati e corvini in testa, una profusione di anelli alle dita e un talento straordinario nel prevedere le tendenze, voleva fare altro nella vita: “Non ero interessato a diventare stilista - ha raccontato in un’intervista a D -. Dopo l’accademia ho fatto di tutto. Mi piaceva il cinema, sognavo di fare lo scenografo”. Ai tempi, però, la famiglia non navigava nell’oro e così ha fatto di tutto per mantenersi: “Ho fatto il giornalaio e il manovale. Ricordo che accettai anche di distruggere i muri degli appartamenti che sarebbero stati ristrutturati. Era terapeutico come una seduta psichiatrica”. La svolta è arrivata quando si ritrovò a lavorare da Les Copains e “mi innamorai dell’industria” e anche degli accessori: “per me gli accessori sono come reliquie: ci puoi fare quello che vuoi, le puoi usare come macchine del tempo. Per questo, ho messo insieme un book e l’ho mandato ad alcune case di moda. Fendi ha risposto e io ho accettato”.

Il resto è storia: da Fendi a Roma, dove Karl Lagerfeld gli ha insegnato che “la creatività non è una cosa stabile”, Alessandro è rimbalzato a Londra, da Tom Ford e Gucci è diventata la sua nuova maison. Finché, dopo la collaborazione con Frida Giannini e una collezione disegnata in meno di una settimana, nel gennaio 2015 si è ritrovato a capo di un impero. Un mezzo miracolo che solo un talento naturale avrebbe potuto creare.

Lo stesso che gli permette di essere sempre avanti: è stato lui, per primo ad aver intercettato la tendenza genderless nel 2015, portata sulle passerelle da un’idea di moda borderline, fluida. Da dove arrivi questa dote non lo sa, forse dalla “mia ossessione per il collezionismo. La passione per il cinema, la letteratura, Firenze, Parigi, i luoghi dimenticati”. Forse dal fatto che “fare qualcosa per me nasconde sempre la scusa di fare qualcosa di bello”, al punto che “sento una profonda urgenza per la bellezza e per le cose che sono impossibili. E penso che questo sia quello che le persone oggi cercano dalla moda. Un frullato di bellezza”.

Sia come sia, è lui l’unico italiano influente secondo il Time che nel mettere nero su bianco i 100 nomi più in vista ha selezionato 60 uomini e 40 donne, come sempre suddivise nelle cinque categorie artists, pioneers, icons, leaders e titans. Tanto per fare qualche nome in ordine sparso, ci sono la modella Ashley Graham e le attrici premio Oscar Emma Stone, Barry Jenkins e Viola Davis, i cantanti Alicia Keys, Ed Sheeran, John Legend e Demi Lovato, il presidente Donald Trump - e pure la figlia Ivanka e il cognato Jared Kushner -, Elizabeth Warren - secondo i rumors la prossima candidata democratica -, il giocatore di football Tom Brady, il calciatore Neymar e il campione di basket LeBron James.

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