Dal tennis alla ginnastica ritmica, l'Italia pigliatutto

Flavia Pennetta e Roberta Vinci dominano gli Us Open a New York, le azzurre della ginnastica ritmica strappano la medaglia alla Russia ai Mondiali a Stoccarda: l'Italia pigliatutto con la grazia delle donne.  

Roberta Vinci e Flavia Pennetta hanno giocato la prima finale tutta italiana agli Us Open.


Flavia Pennetta e Roberta Vinci negli Stati Uniti. Marta Pagnini, Sofia Lodi, Alessia Maurelli, Camilla Patriarca e Andreea Stefanescu, in Germania. New York e Stoccarda; il tennis e la ginnastica ritmica; gli Us Open e i Mondiali: da un continente all’altro, da un trofeo all’altro, l'Italia pigliatutto. 

Il week end del 12 e 13 settembre resterà negli annali della storia dello sport: c'è l’abbraccio commosso tra le rivali e amiche, Flavia e Roberta, alla storica finale di New York e ci sono le medaglie, tutte in fila, appese al collo delle ginnaste allenate da Emanuela Maccarani che hanno strappato l’oro alla Russia nella specialità con i 5 nastri. Dietro quei sorrisi che raccontano una gioia grande così, immortalati dalle copertine dei quotidiani di mezzo mondo, ci sono sogni coltivati in silenzio, con il sudore e la fatica, la determinazione e i sacrifici, il coraggio e il fair play, la grazia e l’eleganza. Ci sono loro, giovani donne caparbie, cresciute a pane e allenamenti, lontano dal clamore, che un gradino dopo l’altro sono arrivate fino alla cima. Perché a credere nei desideri, succede anche che poi si realizzano.

"Non avrei mai pensato all'inizio del torneo di arrivare così lontano. È un'emozione imprevedibile: chi comincia a praticare sport vuole essere un numero uno” ha dichiarato Flavia quando si è ritrovata ad alzare al cielo la coppa più ambita del tennis, a 33 anni, all’ultimo torneo della sua vita. Perché come i migliori campioni (anche se papà Oronzo ha promesso che farà di tutto per farle cambiare idea), anche Flavia vuole lasciare il campo all’apice del successo, appendere al chiodo non una racchetta qualsiasi ma quella dorata, per chiudere una vita e iniziarne un’altra: “Un mese fa ho preso una grande decisione - ha dichiarato -. Questo è il modo migliore per dire addio al tennis: è quello che tutti i giocatori vogliono: uscire di scena con un grande trofeo". D’altra parte il suo patrimonio ammonta a 13 milioni di dollari e ad aspettarla, nel cammino che ha davanti, c’è il suo Fabio Fognini, il campione di tennis ma per lei l'uomo con cui vuole costruire un futuro, una vita normale, “una famiglia”, senza rimpianti per un passato che si è chiuso nel modo più bello: “È stato bellissimo giocare contro una vera amica che, per due settimane, ha giocato un grande tennis. Il primo match una contro l’altra probabilmente lo abbiamo giocato quando avevamo nove anni", ha rivelato a proposito di Roberta Vinci, la collega che, in semifinale, ha stracciato la numero uno al mondo, Serena Williams lasciando a bocca aperta gli States.

Resterà memorabile, quel torneo tra Roberta e Serena, quel “sorry guys”, scusate ragazzi, gridato agli spalti e poi quel “è adesso applaudite me, cazzo!” quando è arrivato quell’ultimo punto, quello che ha fatto la storia del tennis. Perché non solo ha sconfitto la numero uno al mondo ma ha anche aperto il campo a una finale tutta italiana: vedere Flavia e Roberta avversarie a New York, sotto gli occhi di Catherine Zeta Jones, Michael Douglas e figlia Carys, Robert Redford e Toni Garm, oltre al (discusso) premier Matteo Renzi, è stato un appuntamento più unico che raro, non solo per lo sport ma anche per lo spirito sportivo. Forse merito del fatto che quella andata in scena il 12 settembre, è stata la finale più anziana della storia: con i loro 66 anni e 19 giorni in due, Flavia e Roberta hanno battuto Virginia Wade e Betty Stove, 63 anni e 11 mesi a Wimbledon 1977. 

Mamma mia! Flavia Pennetta vince gli Us Open e si ritira”, ha titolato il New York Times parlando di annuncio-choc; “una sorpresa grande quanto un cannolo come dessert" ha scritto il New York Post che dopo aver sottolineato “il ritiro-shock dopo la vittoria” di Flavia, si è rivolto ai tifosi che si aspettavano una finale dominata dalla Williams e invece “hanno avuto le italiane”. Stessa scelta per il Washington Post: ”Dopo aver vinto il suo primo torneo dello Slam a 33 anni - ha scritto -, battendo la donna che ha battuto Serena Williams, Flavia Pennetta ha offerto a questo US Open pieno di sorprese un ultimo colpo di scena”, l’addio ai tornei, per una vera e propria ”storia a lieto fine". Coast to coast, anche il Los Angeles Times ha messo in prima pagina “Un altro shock agli Us Open: Flavia Pennetta annuncia il ritiro dopo aver vinto il titolo”. Gli fa eco la Cnn - “Flavia Pennetta vince e si ritira” - che però ci tiene a mettere in relazione i due shock al cardiopalmo: la vittoria della Vinci su Serena Williams nella semifinale (“il più grande shock nella storia del tennis”) e l'addio di Pennetta. "Flavia Pennetta sa come andarsene con stile”, concorda anche Usa Today che poi elenca "le 19 cose che amiamo di Flavia Pennetta". 

Sentire l’inno di Mameli risuonare anche in Germania, a Stoccarda, poco meno di ventiquattro ore dopo, dove ai Mondiali le ginnaste azzurre hanno scalzato le russe (che hanno giocato il ruolo di pigliatutto) ha fatto sentire gli italiani, tutti, più fieri di essere italiani. Quel tipo di italiani, quelli che fanno le cose per bene e vincono contro ogni pronostico. Mamma mia, davvero.

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