Aneurisma dell'aorta: cause, sintomi, significato
Sintomi, fattori di rischio e diagnosi dell'aneurisma aortico, la dilatazione del più grande vaso del corpo umano che può arrivare alla rottura.
Aneurisma dell'aorta: cos'è
Quando l'aorta - il vaso arterioso più grande del corpo umano, che ha origine nel cuore e diffonde il sangue in tutto l'organismo - presenta un rigonfiamento patologico simile a una pallina, superiore del 50% del suo diametro, allora si parla di aneurisma aortico. La patologia, di cui vengono diagnosticati 27mila nuovi casi ogni anno, può essere circoscritta e contenuta nella misura in cui vengono effettuati screen periodici, dal momento che, quando si manifestano i sintomi potrebbe essere troppo tardi per limitare i danni. La peggiore delle ipotesi, infatti, è quando la parete artica dilatata e ormai indebolita si rompe causando una grave emorragia interna. Tuttavia, senza arrivare alla rottura, l'aneurisma può compromettere la circolazione sanguigna e creare le condizioni per la formazione di trombi o coaguli.
Aneurisma: i fattori di rischio
Sebbene la medicina non abbia ancora scoperto la causa precisa dell'aneurisma aortico, è possibile definire i fattori di rischio: gli uomini (più delle donne), over 60, con familiarità genetica, sono i soggetti più sensibili. Ad incidere, inoltre, ci sono l'ipertensione arteriosa, il colesterolo alto e il fumo di sigarette. Ecco perché i soggetti in questione dovrebbero sottoporsi periodicamente a screening ad hoc.
Sintomi dell'aneurisma aortico
Quasi sempre i sintomi dell'aneurisma si manifestano al momento della rottura: si va dalla difficoltà respiratoria a quella ad ingerire cibo, la voce potrebbe subire alterazioni, il paziente inoltre potrebbe accusare persistenti dolori al petto, all'ombelico e lombari e subire un repentino abbassamento della pressione dovuto dall'emorragia.
Aneurisma aortico: la diagnosi
La diagnosi precisa dell'aneurisma aortico si ottiene mediante diversi step: il primo consiste in un'ecografia addominale e nell'ecocolordoppler arterioso addominale, esami volti a individuare la dilatazione, la posizione e il calibro. La conferma successiva si ottiene nello step successivo, un'angioTC con mezzo di contrasto, sconsigliata ai pazienti con insufficienza renale. una volta ottenuta la diagnosi il cardiochirurgo può scegliere se intraprendere un intervento con tecnica tradizionale (chirurgia open) oppure con l’introduzione di un tessuto artificiale - un'endoprotesi tubulare - volto a sistemare l’aorta. Il trattamento chirurgico si valuta naturalmente anche in base alla dimensione della dilatazione patologica: quando è superiore a 5 centimetri non è rinviabile. Se inferiore si tende a sorvegliarlo con screening periodici.
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