Sindrome di Stoccolma - Definizione

Si tratta di una particolare condizione psicologica, caratterizzata da un forte attaccamento e da sentimenti positivi che una vittima prova nei confronti del sequestratore o dell’aguzzino.

Cos’è “Sindrome di Stoccolma”

Il nome della sindrome venne usato per la prima volta da un agente dell’FBI americana riferendosi ad un sequestro avvenuto nell’agosto del 1973, nell’omonima città svedese, dove per tre giorni due rapinatori tennero in ostaggio quattro impiegati di una banca. Le vittime, durante e dopo l’episodio, mostrarono di aver sviluppato un forte attaccamento per i malviventi e di temere la polizia.

La sindrome dell'aguzzino

Questoaffetto che nacque tra le vittime di sequestro e i rapitori, secondo gli esperti, altro non era che una risposta emotiva, probabilmente inconscia, al trauma della situazione di pericolo, e può culminare con la reciprocità da parte dei sequestratori.

Innamorarsi del carceriere

Si tratta di una sindrome che sembra svilupparsi dopo qualche giorno di prigionia, spesso facilitata dalla mancanza di violenze, percosse o altre esperienze negative. Lievi abusi e privazioni meno gravi sono anch’esse giustificate dal rapito che, viceversa, se sviluppa la sindrome può vivere le richieste di resa della polizia e le minacce di incursione con ansia, arrivando a identificarsi con l’aggressore vedendo l’autorità come una minaccia. Anche per il sequestratore può avvenire una forma di identificazione con la vittima, specie se questa riesce a mantenere e far riconoscere nella sua identità, tanto da rendere difficile al sequestratore fargli del male.

Potrebbe anche interessarti
Il documento intitolato « Sindrome di Stoccolma - Definizione » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.