Soffrire per amore: tutte le facce del dolore

Dall'amore non corrisposto alla dipendenza affettiva, passando per l'amore a distanza e il tradimento: ecco come affrontare le facce della sofferenza in amore.  

La sofferenza per amore ha tante facce: ecco come imparare a guardarle per essere di nuovo felici. ©  Andrei Aleshyn/123RF


Amore non corrisposto, amore a senso unico

L’amore non corrisposto, a senso unico, è fonte di profonda sofferenza scaturita dal rifiuto, dal vuoto, dalla solitudine e dal senso di fallimento. Un mix che riguarda non solo l’altro e la storia che non decolla ma anche se stessi e che, se non gestito, può innestare un pericoloso circolo vizioso. Perché se l’esperienza può capitare a chiunque, per evitare che si trasformi in un’ossessione o, peggio, in una dinamica cronica, è importante fermarsi, guardarsi dentro con lucidità (magari facendosi aiutare da amici o specialisti) andando alla ricerca di che cosa spinge l’animo a provare un sentimento che si alimenta di reciprocità. All’origine, infatti, potrebbero esserci una bassa autostima, un passato familiare segnato da carenze affettive o una tendenza a idealizzare la realtà con conseguente difficoltà nel instaurare una relazione affettiva matura.

Soluzione: il primo passo per emanciparsi dalla sofferenza è non chiudersi in se stessi, guardarsi dall’esterno cercando di riconoscere e valorizzare le proprie risorse e relazioni sociali. In una parola, aumentando l'autostima. Un amore non ricambiato consolida l’idea di essere in credito con la vita per qualche mancanza vera o fittizia: è necessario imparare a riempire il vuoto (reale o presunto) con le proprie forze. Solo in questo modo si è in grado, in futuro, di orientare meglio l’attenzione e, invece di accontentarsi delle briciole, di pretendere ciò che si merita.


Dipendenza affettiva: guardarsi con occhi diversi

L’amore inquinato dalla dipendenza affettiva è segnato da un costante dubitare di se stessi. Il partner non è il complice ma il pilastro, la storia non è un esperienza reciproca ma l’unico appiglio, nella buona e nella cattiva sorte, dentro e fuori la vita a due. Un approccio pericoloso perché oltre a minare le basi il rapporto, instaurando pericolose dinamiche di potere, erode la (già) bassa autostima di chi sente di dipendere dall’altro. Eppure, spesso, l’essere dipendenti, bisognosi di conferme e fragili è solo un’erronea percezione di sé: si crede di aver bisogno dell’altro per non spezzarsi, in realtà si è perfettamente in grado di camminare sulle proprie gambe. Solitamente la riprova avviene nelle situazioni di emergenza (soprattutto se coinvolgono una delle persone di riferimento o qualcuno in reale difficoltà), quando si agisce d’impulso, dimostrandosi perfettamente all’altezza. Ecco la dimostrazione di quanto la fragilità sia (soprattutto) una costruzione sbagliata di sé.

Soluzione: vietato crogiolarsi, compiangersi e compiacersi. La dipendenza è un rifugio comodo dal quale, però, bisogna uscire, lasciando emergere la propria autonomia e l’energia vitale soffocata troppo a lungo. Al bando i salvagenti (che volenti o nolenti hanno contribuito a consolidare la dipendenza), è importante guardarsi con lucidità e intraprendere un effettivo e costruttivo lavoro su di sé: fare delle cose da soli, senza stampelle e senza sensi di colpa, riscoprire i propri interessi e coltivare la curiosità, esporsi come persona singola. All’inizio sarà faticoso abbandonare la via più comoda, tuttavia, a mano a mano che la consapevolezza delle proprie risorse innate e la gratificazione derivata dall’autonomia costruiranno, un giorno sull’altro, una nuova percezione di sé. Da sapere: nelle relazioni a due il processo va condiviso, altrimenti si rischia di far esplodere la coppia.


Amore a distanza: annullare i chilometri di solitudine

Una storia d’amore a distanza è spesso fonte di sofferenza. Anzitutto perché il sentimento si nutre di reciprocità, di contagio quotidiano e di piccoli grandi gesti ordinari (la tanto vituperata routine, che, come spiega invece l’esperto John Gottman, è un elemento fondamentale in una storia). In secondo luogo perché la distanza risveglia le proprie insicurezze personali rischiando di tradursi in incomprensioni, gelosia e diffidenza verso il partner e creando problemi laddove, magari, non ce n’è l’ombra. Il fatto è che, se la fiducia è la base per una felice vita a due, in una storia d’amore a distanza è la condizione imprescindibile.

Soluzione: per non soffrire in un amore a distanza è necessario, da un lato creare una quotidianità alternativa a quella di due partner conviventi fatta non solo di telefonate e messaggini ma anche di sorprese inaspettate (dai classici mazzi di fiori a un po’ di sexting passando per i post it disseminati in casa da scoprire durante l’assenza), dall’altro coltivare la propria autonomia e i propri interessi senza secondi fini, certi che il partner farà lo stesso. In questo caso la lontananza può rafforzare l’amore, nutrendolo di valore aggiunto: non solo la fiducia ma anche i reciproci stimoli da condividere e con cui contagiarsi, nonostante la distanza, cancellando i chilometri altrimenti tappezzati di solitudine. A proposito di consigli pratici, per gestire un amore a distanza è importante avere un buona connessione internet per parlarsi guardandosi negli occhi (anche se attraverso uno schermo), evitare il piede di guerra, risparmiare (per potersi vedere il più spesso possibile) e pianificare gli incontri.


Tradimento: darsi tempo ma agire

La sofferenza che genera un tradimento è perniciosa, un mix di gelosia, rabbia, odio, paura e senso di abbandono in grado di generare uno stress equiparabile allo stress post traumatico, come sostengono gli psicologi americani che hanno coniato l’espressione Post Infidelity Stress Disorder. All’origine di tanta sofferenza, il fatto che il tradimento non solo distrugge il patto di fiducia di una coppia ma mina la propria autostima in una sorta di frantumazione della personalità che, all’improvviso, non si sente più all’altezza. Si sente rimpiazzata, abbandonata, tradita.

Soluzione: anzitutto darsi tempo. L’importante è ricordarsi di mangiare, bere e dormire, cercando di non chiudersi troppo in se stessi: ancora prima di elaborare l’accaduto per accettare il tradimento (il passo successivo) è necessario riappropriarsi del proprio tempo e del proprio spazio, coltivando almeno un interesse. Solo dopo un po’ di tempo è possibile guardarsi dentro e indietro, cercando (da soli o in coppia, se si decide di riprovare) di capire l’accaduto. In questa fase è importante indagare anche le proprie responsabilità così da poterlo circoscrivere, evitando di trascendere e leggere l’intera storia in funzione del tradimento. A questo è punto è necessario capire se è possibile riprovarci (riscrivendo nuove regole) o se la coppia è arrivata al capolinea ed è meglio che ciascuno prenda la propria strada.   

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