Mononucleosi nei bambini: sintomi e cure
La mononucleosi nei bambini è una malattia infettiva virale molto comune dai due anni in su. Ecco quali sono i sintomi e come intervenire.
Nota come la "malattia del bacio", la mononucleosi è comune anche nei bambini e si manifesta generalmente a partire dai due anni d'età ma ha un picco d'incidenza tra gli adolescenti. Si tratta di una malattia infettiva virale che è dovuta al Virus di Epstein-Barr (EBV), e - in primo luogo - interessa le ghiandole portando, tra i suoi sintomi più comuni, ad un l’ingrossamento (anche immediatamente evidente) dei linfonodi del collo oltre che, in almeno un caso di contagio su due, della milza e del fegato. Al di là dei linfonodi ingrossati, però, riconoscere il disturbo non è sempre semplice perché - tra quanti ne sono affetti - solo una percentuale minima manifesta sintomi evidenti e le problematiche, specialmente nei bambini, sono ben poco evidenti. Ecco come capire di cosa si tratta e come intervenire.
Sintomi mononucleosi nei bambini: quali sono?
Il periodo di incubazione della mononucleosi nei bambini è di circa 10-15 giorni e, per tutta la durata di questo primo momento, i pazienti infetti non presentano rischio di contagio. Durante il suo decorso, invece, il rischio di trasmettere la malattia esiste ed è per questo che è importante riconoscere prontamente i sintomi della mononucleosi nei bambini che sono diversi a seconda dei differenti stadi in cui si trova la malattia. Nella fase iniziale i disturbi sono simili a quelli di una banale influenza (stanchezza, irritabilità, mal di gola, mal di pancia, mal di testa, aumento della sudorazione e un malessere generale) mentre nella seconda fase la sintomatologia è più evidente e i pazienti lamentano un'infiammazione alla gola che causa chiazze rosse sul palato e le tipiche placche sulle tonsille. Arriva quindi la febbre (che può essere anche alta) e l’ingrossamento delle ghiandole che, normalmente, interessa in primo luogo le tonsille ma può diffondersi anche alle zone delle ascelle e dell’inguine.
Come curare la mononucleosi nei bambini?
La presenza, o meno, della mononucleosi nei bambini si può scoprire con certezza attraverso un semplice esame del sangue. Una volta accertata la malattia, poi, sarà il momento di capire come curare la mononucleosi nei bambini. Una cura ad hoc, infatti, non esiste ma è possibile intervenire per alleviare i disturbi più comuni come la febbre (da combattere, in linea di massima, con il paracetamolo) e la stanchezza (da ovviare, semplicemente, con un periodo di riposo e quiete). A questa cura generica è possibile, poi, accostare alcuni rimedi naturali. In primo luogo, infatti, si dovrà prestare attenzione alla dieta quotidiana evitando i cibi troppo grassi (che possono affaticare il fegato) e preferendo piuttosto proteine magre e vitamine (che rafforzano il sistema immunitario). In secondo luogo, poi, via libera agli infusi di liquirizia che - grazie alle proprietà antinfiammatorie - saranno utile per lenire il fastidio provocato dal mal di gola.
Come si trasmette la mononucleosi nei bambini?
Nel periodo della malattia, infine, il piccolo paziente è contagioso e dunque è bene intervenire per evitare che il virus si diffonda. Ma come si trasmette la mononucleosi nei bambini? Questa malattia si diffonde tipicamente tramite le goccioline di saliva ed è per questo che, nel periodo della malattia, è bene evitare che il malatino scambi bicchieri, posate e asciugamani con gli altri ed è bene prestare attenzione anche ad eventuali starnuti o colpi di tosse in presenza di qualcun altro.