Eritrofobia: rimedi, terapie e trattamenti
Le cause dell'eritrofobia possono essere molto diverse, ma di solito rientrano nelle fobie sociali. In alcuni casi, però, anche una operazione chirurgica può essere di aiuto. Ecco come e perché.
L'eritrofobia è, come dice la parola stessa, una fobia, cioè una paura molto particolare, quella di arrossire. Ecco in cosa consiste e come curare l'eritrofobia.
Le cause dell’eritrofobia
La teoria psicoanalitica fa rientrare l’eritrofobia (o eritrosi al viso) nella categoria delle fobie sociali, perché la paura di arrossire è correlata al timore che questo stato (il rossore) avvenga mentre si è in compagnia e sia notato da altre persone. Questo crea un circolo di sensazioni negative, dal senso di umiliazione all’imbarazzo. Oltretutto, si tratta di un meccanismo che talvolta si auto-alimenta, perché avendo paura di arrossire, il soggetto prova vergogna o angoscia e, di fatto, avvampa.
Come non diventare rossi
Per prima cosa, se la situazione crea disagio, è invalidante o infastidisce molto, è importante parlarne con uno psicologo o psicoterapeuta che faccia una corretta diagnosi del problema e, in questo modo, identifichi anche il tipo di soluzione adatto alla persona. Tra i trattamenti e le terapie che, a seconda dei casi e del soggetto, il professionista potrebbe consigliare un supporto psicologico, tecniche di rilassamento e di training autogeno. Per contrastare alcuni sintomi ed eventuali stati fortemente ansiosi, esistono poi terapie farmacologiche.
Operazione per eritrofobia
Da qualche anno diversi centri ospedalieri italiani propongono una operazione chirurgica con rimozione del nervo simpatico, la simpatectomia. Quando le terapie non hanno fatto effetto e l’eccesso di rossore ha un impatto notevole e invalidante sulla qualità di vita del paziente, il medico può suggerire questa strada chirurgica. La eritrofobia infatti, è un disturbo a carico del sistema di termoregolazione corporeo: un accumulo improvviso di sangue porta rossore al viso e l’ansia connessa a questo stato stimola il sistema simpatico e aumenta anche il rossore. Si tratta di uno schema che si incontra anche nei casi di iperidrosi e per questo motivo è stato apportato un approccio chirurgico simile.
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