Poesie d'amore: quando la realtà fa il verso al verso

La letteratura è costellata di poesie d'amore. Da Saffo a Prévert passando per Dante, D'Annunzio e Neruda decantano (spesso) una realtà spesso diversa.

Le poesie d'amore che Catullo dedicò alla sua Lesbia sono decine: peccato che lei fosse la moglie di un altro.


Le poesie d'amore incastrano in versi i sentimenti degli autori che, dalla notte dei tempi, sublimano a parole il tumulto interiore. L'amore eterno, l'amore felice, l'amore che arriva, l'amore da proteggere. Peccato che, a ben vedere, spesso la vita vissuta dai poeti (e le muse ispiratrici) contraddica i loro canti. 

Prendiamo Catullo  (Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.) , per esempio, alle prese con la sua amata Lesbia, a cui dedica Dammi mille baci: 



Viviamo, mia Lesbia, e amiamo 
e ogni mormorio perfido dei vecchi 
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
 ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.

Il fatto è che quella tra Catullo e Lesbia è una delle (presunte) storie d’amore più travagliate della storia. Lui la ama tantissimo, lei - altolocata com’è nella Roma bene - non se lo fila se non per brevi momenti. Lesbia in realtà si chiama Clodia, ha circa 10 anni in più, è la sorella del tribuno Publio Clodio e la moglie (poi vedova) di Quinto Cecilio Metello. Una che ha da fare, insomma. L’amore cantato dal poeta, molto probabilmente, si avverò solo nella sua testa. Da lì i versi celebri di Odi et amo. - Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e mi tormento - che, tra gli altri, ispirarono anche Totò: "Femmena, tu si’ a cchiù bella femmina… Te voglio bene e t’odio, nun te pozzo scurdà…". Due millenni dopo non è cambiato nulla.

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Le poesie di Saffo per le sue donne


Le poesie d'amore della greca Saffo sono tutte dedicate alle sue allieve.


Rapita
nello specchio dei tuoi occhi
respiro
il tuo respiro.
E vivo…

La poesia d'amore della greca Saffo (Ereso, 630 a.C. circa – Leucade, 570 a.C. circa) ha segnato il tempo, tanto da trasformare il suo nome nell'aggettivo "saffico". L'aristocratica di Lesbo che sposò un certo Cercila di Andros ed ebbe una figlia (a cui dedicò teneri versi) è diventata così il simbolo dell'amore omosessuale magari senza esserlo. Quante allieve a cui insegnava musica, danza e poesia sia effettivamente riuscita a conquistare con i suoi versi è argomento dibattuto. Di certo, i suoi versi le hanno regalato l'immortalità

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La donna che non c'è di Dante Alighieri


Beatrice, la donna a cui Dante Alighieri dedica le sue poesie d'amore, era la moglie di un altro uomo.


Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
(…) 

I poemi di Dante Alighieri (Firenze, 1265 – Ravenna, 14 settembre 1321) celebrano sempre e solo la sua Beatrice, amata di un amore platonico di impareggiabile costanza. Il poeta ha nove anni quando incontra Bice, fiorentina nata nel 1266, figlia di Folco Portinari, i due si scambiano uno sguardo, fatale. Si rivedono nove anni dopo, altro sguardo, l’amore esplode. Solo nella testa di Dante, però, perché un anno più tardi Beatrice (Bice) sposa Simone dei Bardi, e al poeta non resta che sublimare la faccenda. 

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Giacomo Leopardi e le poesie per Silvia


Le poesie d'amore di Giacomo Leopardi per Silvia sublimano un amore che non c'è mai stato.


(…) Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
(…)

I versi di Giacomo Leopardi alla sua amata Silvia - il cui vero nome è Teresa Fattorini -, sublimano una storia che non c’è mai stata. Lei era la figlia del cocchiere di casa, a Recanati, e tragedia volle che morì di tisi a 21 anni, il 30 settembre 1818, lasciando il povero Giacomo pieno di amarezza (e qualche fantasia) nel cuore. 

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Emily Dickinson: poesie oltre i muri


Le poesie d'amore, come tutta la produzione di Emily Dickinson sono frutto della sua fantasia: visse da reclusa.


Se tu dovessi venire in autunno 
mi leverei di torno l'estate 
con un gesto stizzito e un sorrisetto, 
come fa la massaia con la mosca.
Se entro un anno potessi rivederti, 
avvolgerei in gomitoli i mesi, 
per poi metterli in cassetti separati - 
per paura che i numeri si mescolino.
(…)
- Se tu dovessi venire in autunno

L'amore delle poesie - e non solo quelle - di Emily Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886) non è che fantasia: a 25 anni decise che aveva visto abbastanza e si chiuse in casa. Passò il resto dei suoi giorni quasi sempre in camera da letto, tra lo scrittoio e la finestra da cui guardava e immaginava il mondo (e i suoi abitanti) che decise di ignorare. Non andò nemmeno al funerale dei suoi genitori.

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L'amore (quasi) eterno di Gabriele D'Annunzio


Le poesie d'amore di Gabriele D'Annunzio celebrano il suo amore dispensato senza pudore.


Rimani! Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò. Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché d'essere venuta a me, liberamente, fieramente.
(…)
- Rimani

Le poesie di Gabriele D’Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938) fanno sempre un certo effetto. Peccato che le parole di quelle d'amore descrivessero l'opposto della realtà: tutto fuorché protettivo, il Vate - come fu soprannominato - amava le donne di amori tanto brevi quanto intensi. Di eterno c’erano solo gli attimi: chissà quante donne, se potessero parlare, si dichiarerebbero pentite di aver ceduto alle sue lusinghe. 

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Neruda e le poesie eterne


Le poesie d'amore di Pablo Neruda raccontano amore eterni.


(…) Ma questo amore, amore, non è finito,
e così come non ebbe nascita,
non ha morte, è come un lungo fiume,
cambia solo di terra e labbra.
- Amore mio, se muoio e tu non muori

Si suppone che di amore eterno ce ne sia uno. Non quando le rime d'amore sono del premio Nobel per la letteratura Pablo Neruda (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973): si sposò tre volte tradendo le vecchie mogli con le (future) nuove. La sua sarà un'eternità affollata e ricca di chiarimenti. 

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Khalil Gibran e l'amore per i figli


Khalil Gibran scrisse la più bella poesia d'amore per i figli: peccato che non ne abbia mai avuti.


(…) Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
(…) 
 - I vostri figli

I vostri figli, la poesia d’amore più bella per ogni genitore, è stata scritta da Khalil Gibran - poeta, pittore e filosofo libanese emigrato negli Stati Uniti - che di figli non ne ebbe nemmeno uno

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L'anticonformismo delle poesie di Jacques Prévert


Le poesie d'amore di Jacques Prévert raccontano un sentimento anarchico, come la politica.


I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
(…) 
- I ragazzi che si amano

L’amore nelle opere di Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977) salverà il mondo: è anticonformista, dirompente e anarchico. Non si può e non si deve istituzionalizzare. Peccato che l'autore si sia regolarmente sposato più di una volta: prima con la vicina di casa dell’infanzia, Simone Dienne - nel 1925 in un municipio pieno di amici -, poi l’attrice Jacqueline Laurent, di vent’anni più giovane e infine Janine Tricotet, nel 1945 con la quale avrà anche una figlia, Michèle (1946) e passerà il resto dei suoi giorni.  

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L'amore immaginario di Petrarca


Nelle sue poesie d'amore Petrarca sublima i sentimenti che prova per Laura, una donna mai esistita.


Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;
(...)

L'amore di Petrarca (Arezzo, 20 luglio 1304 – Arquà, 18/19 luglio 1374) per la sua Laura è infinito: nella poesia d'amore Erano i capei d'oro a l'aura sparsi ce la descrive con i capelli biondi, mossi dal vento a formare dolci riccioli e una luminosità negli occhi appena appena sbiadita dal tempo. Peccato che Laura non sia mai esistita.  

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