Linguaggio dei fiori: a ciascuno il suo
Le rose per dire "ti amo", le calle alle spose, i tulipani a suggello di devozione, i garofani di passione, i girasoli di rispetto: il linguaggio dei fiori è pieno di significati che è bene conoscere prima di regalarli.
Il linguaggio dei fiori ha più registri. Racconta la perfezione della natura declinata a tutti i colori e a tutte le forme, ora delicata, ora sgargiante, ora timida, ora spudorata, quasi sempre profumatissima; e racconta il significato che nei secoli l'uomo gli ha attribuito, trasformandoli nei simboli dei sentimenti e delle occasioni della vita degli uomini. Ce n'è uno adatto a esprimere ogni sfumatura e uno per accompagnare ogni anniversario.
I garofani, ad esempio, simboleggiano l’amore e ad ogni tonalità corrisponde una variante: quello bianco l'amore fedele, quello giallo l'amore indeciso, quello rosso la passione ma anche la rabbia, quello a righe è meglio non regalarlo dal momento che indica il rammarico per un amore non condiviso. Per quello rosa bisogna rifarsi a un'antica leggenda cristiana secondo cui le lacrime di Maria ai piedi della Croce di Gesù fecero spuntare i primi garofani sulla terra, trasformandosi nel simbolo dell'amore immortale di una madre.
E ancora: nel Sud Italia si porta ai morti, in Giappone porta fortuna, in Francia l’opposto e si porta alla tomba delle persone care mentre in politica è stato il simbolo del partito socialista.
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Rose: il linguaggio di quelle rosse, bianche e gialle
Rossa amore, gialla gelosia, bianca castità o lealtà o innocenza, arancione energia. Ancora: rosso molto intenso per il rammarico, brillante per le fantasie erotiche, porpora amore eterno e via distinguendo. Chi ha detto che regalare una rosa va sempre bene? Per non parlare del numero: tutti pensano di cavarsela con il trucco del dispari, la faccenda è più complicata. Una colpo di fulmine, due primi passi dell’amore, tre il primo mese. Sei: attenzione, manca qualcosa. Nove, sarà per sempre. Dieci, una storia perfetta. Dodici, stiamo insieme tutta la vita. Tredici vanno bene per un’amicizia destinata a durare. Con diciotto si chiede scusa, venticinque per le congratulazioni, tre dozzine innamoramento tipo Orlando Furioso.
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Il linguaggio dei fiori: la semplicità delle margherite
Il fiore del m’ama non m’ama è il primo a conoscere i nostri turbamenti. Regalarle significa promettere fedeltà. Nel medioevo le corone di margherite sono il simbolo dell’amore fedele: le donne le mettono sull’elmo dei cavalieri che partono per la battaglia e le indossano quando hanno deciso di accettare una promessa di matrimonio. Attenzione: regalare margherite a chi ci ha confessato il suo amore significa che non siamo sicuri di contraccambiarlo.
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L'Iris, il fiore della saggezza
Fiducia, amicizia, verità, saggezza e speranza: l’iris è un fiore talismano che in Asia si dipingeva sugli scudi per proteggersi dai malefici. Un mazzo di iris è adatto per un compleanno e un anniversario ma anche per dimostrare ammirazione (nei confronti di un socio o un collega). Tradizionalmente è il fiore del laureando, rispecchia la saggezza maturata negli anni di studio e la speranza in un futuro di successi.
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Il fiore per raccontare la bellezza: la calla
La calla non è un fiore da regalare a caso. “Un fiore strano, adatto a qualsiasi occasione. Le ho usate per il mio matrimonio, ora le ho poste qui in memoria di qualcuno che è morto”, spiegava Katharine Hepburn in Palcoscenico, film del ’37. Calla, ovvero "bella" (in greco kalà), è il simbolo della purezza umana e divina. Nel mito greco sono gocce del latte di Hera, altri ci vedono le lacrime di Eva cacciata dal Paradiso. Sono i fiori da regalare alle spose o alla donna più bella che si sia mai vista.
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I sentimenti forti dei tulipani
Il tulipano, il fiore che ci porta immediatamente a immaginare i mulini delle campagne olandesi, porta con sé sentimenti forti. Come le sue tinte, decise. Ognuna con un significato preciso: rosso è una dichiarazione d’amore, giallo sta gridando un amore disperato. Importato in Europa a metà del ‘500 da un diplomatico fiammingo, fece letteralmente impazzire l’Europa diventando l’oggetto del desiderio in tutte le corti del Continente. Su questo fiore si concentrarono tante e tali speculazioni da provocare il primo choc di Borsa certificato nella storia. Nel tulipano c’è un po’ di follia.
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Giglio, ovvero "tu sei la mia regina"
Il giglio è il simbolo di Firenze, il fiore degli stemmi araldici e delle famiglie, è perfetto per celebrare l’anniversario di matrimonio: era di moda già nell’antica Grecia. Nella versione bianca, simbolo di purezza, decorava il corredo nuziale delle giovani spose. Quando è scarlatto, denota nobiltà d’animo. Nel passato i gigli si regalavano ai nobili ed ai sovrani in segno di ammirazione e sottomissione, simbologia che si è presto allargata alla sfera sentimentale. Un mazzo di gigli significa “Tu sei la mia regina”.
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La versatilità della dalia
La Dalia arriva dal Messico dove più che guardarla, la mangiavano: quando fu importata nel Vecchio Continente, a partire dal 1600, era destinata alle cucine ma il sapore non convinse gli europei che di gran lunga preferirono usarla per decorare i piatti e metterla nei vasi. Da allora è il simbolo della dignità, dell’ammirazione, del buon gusto e dell'eleganza: perfetta per esprimere gratitudine e per complimentarsi.
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Il buon auspicio del girasole
Segue il sole: è la dedizione, l’amore, la divinità. Per il mito greco è la ninfa Clizia fatta fiore perché, innamorata del dio sole Apollo, per nove giorni non fece altro che guardarlo attraversare il cielo sul suo carro. Il girasole porta allegria e amore. Da regalare per le congratulazioni in occasione di una nomina a un incarico importante e della laurea, è di buon auspicio per un futuro radioso.
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Il fiore dell'incertezza amorosa: il narciso
Narciso, dal greco “stordisco”, come narcotico, per il profumo molto intenso di alcune specie. Narciso è l’eroe bellissimo e così pieno di sé da essere condannato a morire di fronte alla sua immagine. Da allora è il simbolo dell’amore che non permette di guardare all’esterno, che non lascia spazio ai sentimenti degli altri. Si regala nell’incertezza degli amori mal corrisposti, per lanciare un messaggio profondo con una vena di garbo e ironia.
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