Favole per bambini, un pedofilo vince il concorso letterario
La favola per bambini scritta da un uomo condannato per pedofilia si è aggiudicata il primo premio del concorso letterario organizzato nel carcere di Torino. Al centro della storia, i ricordi.
Un pedofilo che vince un concorso di favole per bambini. È successo con il concorso organizzato da Artaban, Onlus torinese che, tra le altre cose, si occupa della vita dei detenuti nelle carceri italiane. Per migliorare il loro rapporto con i figli, che per forza di cose vedono raramente, l’associazione ha chiesto ai detenuti di scrivere una favola. Concorso aperto ai detenuti “genitori o che si immaginino tali”: perché al rimorso di chi è in cella e non può vedere la sua famiglia si accosta anche quello di chi una famiglia non può farsela e la prospettiva di ritrovarla (o costruirne una) all’uscita è una spinta formidabile perché recupero e reinserimento non restino parole vuote, belle intenzioni della nostra giustizia.
La sorpresa è arrivata alla proclamazione del vincitore. Si tratta di A.C., laureato in scienze politiche, separato, padre di due figli, in cella per pedofilia dopo la denuncia di una tredicenne che aveva conosciuto online e con cui aveva scambiato diverse fotografie hard. L’uomo ha sempre sostenuto che la ragazza lo aveva indotto a crederla più grande: "mi sono fidato - ha spiegato -, delle informazioni che aveva messo sul suo profilo Facebook". Tuttavia oggi è pronto ad ammettere che “è strano che proprio uno come me abbia vinto questo concorso”. Insomma, anche lui è consapevole che la notizia fa notizia per un ovvio paradosso.
Dal canto suo, si sente “vittima di un bruttissimo scivolone che la vita mi ha purtroppo riservato. Ma sono assolutamente intenzionato - scrive nella presentazione di sé pubblicata nella raccolta di favole Al di là delle sbarre, una storia - a riscattarmi agli occhi di chi non ha comunque smesso di credere in me, cioè quasi tutte le persone che mi circondano”. Un cammino lungo e faticoso che l'uomo ha affidato anche alla sua penna facendo rivivere ai protagonisti di Popi Minini e le leggi dell'universo - "che esistono davvero e nella vita sono fratello e sorella" -, i suoi ricordi, “l’unica cosa che in questi anni terribili mi ha tenuto in vita".
Al punto da ispirargli la favola che inizia così: "Papino...Dimmi figliola. Ma l'universo è davvero infinito? Sì, piccola. E perché? Per custodire i ricordi. Di chi? Di tutti".
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