Marco Carena (e le sue canzoni irriverenti) indignano SeNonOraQuando?

Marco Carena (e le sue canzoni irriverenti) indignano SeNonOraQuando? L'esibizione sul palco di Torino non è piaciuta al comitato che ha preso sul serio i (paradossali) riferimenti alla violenza sulle donne. Il cabarettista e cantautore demenziale replica: "i miei testi, già in tempi non sospetti, denunciavano proprio la violenza sulle donne".

L'esibizione a Torino del cantautore demenziale e cabarettista Marco Carena ha indignato il comitato di SeNonOraQuando?


Marco Carena è Marco Carena. Ma nell’era del politically correct, c’è qualcuno che ha preso sul serio le sue canzoni che da vent’anni (almeno) canta da irriverente proprio per trattare - tra il serio e il faceto - questioni delicate. Anzi delicatissime. È successo a Torino, dove Carena si è esibito poco prima dei fuochi d’artificio per la festa di San Giovanni, patrono cittadino. Il fatto che sia un cabarettista e un cantautore demenziale è passato in secondo piano, tanto che ora c’è chi chiede le dimissioni dell’Assessore allo Sport della Città, Stefano Gallo, che - presente allo show - non ha fatto niente per fermare la sua performance. 

I brani che hanno fatto indignare il comitato di Torino di SeNonOraQuando? sono Io ti amo e Bella estate, in particolare i passaggi dove l’esaltazione - per l’appunto ironica, paradossale e demenziale - della violenza sulle donne è sembrata troppo esplicita. Vedi il passaggio “quando ti picchio il tuo sangue mi fa ancora impressione, ma quando ti prendo a schiaffi è sempre una grande emozione”, e ancora: ”tu mi chiedi le cose per favore, io ti rispondo: Cazzo vuoi?". Per non parlare di "ma ti amo e non dire che non è vero. Si ti amo, quante storie per un occhio nero" e “una ragazza al sole si è addormentata, in 170 l'hanno violentata. Che bella estate". 

Insomma, dicono dal comitato, la questione è seria, va bene fare dell’ironia, ma quando è troppo è troppo: ”Esprimiamo tutta la nostra indignazione e condanna per quanto avvenuto ieri sera in piazza Vittorio Veneto - recita la nota diramata -. Il sig. Marco Carena, ha eseguito  “canzoni” con la sua band contenenti testi inaccettabili e gravissimi” Pertanto: “ci chiediamo se non si comprende che in un’ora di spettacolo, in una piazza stracolma di famiglie, di ragazzi e di ragazze, si rischia di vanificare tutta l’opera di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne che la Città, le associazioni e  gli operatori del settore stanno facendo da anni”. Il Comitato si augura che “la Città, il Sindaco e l’Assessore chiedano scusa per questo inqualificabile episodio e vigilino affinché, in un momento così drammatico per l’Italia, paese in cui, è bene ricordarlo, si uccide una donna ogni due giorni per il solo fatto che è donna, mai più la nostra città, da sempre in prima fila per il contrasto alla violenza di genere, debba promuovere tali spettacoli".

Il diretto interessato affida la sua (piccata) risposta a un post sulla sua pagina Facebook: "Gentili Signore di SeNonOraQuando, sono molto dispiaciuto di questa incomprensione, perchè con la canzone "Io ti amo", con cui ho vinto il Festival di Sanscemo nel '90, e che in questi 25 anni ho cantato in TV, Radio e molte piazze d'Italia, volevo, già in tempi non sospetti, denunciare proprio la violenza sulle donne, tema di cui allora non si parlava ancora, ed è evidente, ascoltando tutto il testo, che quella, farcita con sarcasmo ed ironia, è chiaramente la visione dell'amore di un "demente". Con questo stile di scrittura, per quanto mi sia riuscito possibile, ho sempre cercato di sottolineare nelle mie canzoni delle tematiche sociali. Mi farebbe piacere un incontro di persona in modo da poter dibattere e chiarire i nostri punti di vista perchè ritengo che, con mezzi e parole diverse, stiamo comunque affrontando gli stessi problemi". 

Va da sé che sui social la polemica è divampata schierando su fronti opposti chi condanna il cantautore (pochi, a dire il vero) e chi l’indignazione che ha suscitato: “Polemica contro #MarcoCarena a dir poco penosa… canzoni demenziali di 25 anni fa scambiati oggi per inni al femminicidio? Per carità” commenta Stephen Dog, a cui fanno eco, tra i tanti, Silvio Viale - “L’editto "bulgaro" contro #MarcoCarena è una vergogna” -, Enrico Cairo - “A me non indigna Carena ma chi per farsi pubblicità fa finta di prendere tutto troppo sul serio…” - e Stefano Tubia “Sorprendente scoprire che a Torino, la sua città, molti ancora non sanno che Marco Carena scrive canzoni ironiche…”. Nel dubbio, l’occasione è servita a tutti quelli che vi hanno preso parte per far parlar di sé, secondo la moda più in voga degli ultimi tempi.

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