Peppa Pig sale in cattedra

Francesco Mangiapane, ricercatore palermitano, firma il primo saggio scientifico sulla maialina più amata dai telespettatori under 5: Peppa Pig.


Francesco Mangiapane si occupa di sociosemiotica della cultura ed è papà di due bambini.


Nasce da una vicenda autobiografica molto comune tra i genitori dei giovanissimi l'e-book Peppa Pig del ricercatore siciliano Francesco Mangiapane. Se nelle aule universitarie il suo ruolo è quello del “prof” in casa la solfa è ben diversa: classe 1976, papà di due bambini in età prescolare, il semiologo ha rinunciato da tempo a guardare in pace il telegiornale della sera perché la televisione di casa appartiene ai piccoli seguaci del mondo animale. Quindi, si è detto, perché non cogliere l’occasione per unire l’utile al dilettevole rendendo scientifiche le sue serate in compagnia di Rai Yo-Yo?

La prima domanda è d’obbligo: perché Peppa Pig ha colonizzato la vita dei giovanissimi?

Io credo che il merito stia in un mix vincente. Da un lato c’è la capacità di proporre un modello con il quale i genitori possano facilmente identificarsi, per esempio Mamma Pig lavora da casa, e dall’altro lato la semplicità dei disegni e delle vicende che possono essere lette anche dai bambini piccoli offrendo, però, interessanti spunti di riflessione per i più grandicelli.

È per questo che il successo di Peppa Pig è diventato un vero e proprio fenomeno di costume?

Esattamente. A mio parere è successo perché, a differenza di quello che sostiene quella parte dell’opinione pubblica che accusa la maialina e i suoi amici di riproporre il classico modello della vita piccolo borghese, in realtà il cartone offre un nuovo punto di vista sull’evoluzione delle dinamiche famigliari tradizionali. In primo luogo modifica le caratteristiche degli spazi della casa, “risemantizza” diremmo noi semiologi, perché per esempio la cucina non è più solo il posto del pranzo e della cena ma diventa anche l’ “ufficio” di Mamma Pig. E poi c’è Papà Pig che è un vero e proprio disastro. Nel cartone la classica figura del pater familias capace di aggiustare i giocattoli e di dare sempre il consiglio giusto ai propri figli non spetta più a quel pacioccone del papà ma piuttosto al Nonno Pig che, dalla sua capanna degli attrezzi, fa uscire ogni sorta di giocattolo riparato ad arte e accompagnato da qualche lezione di vita. D’altra parte, nella vita reale, chi di noi genitori sarebbe davvero capace di aggiustare una bambola o un triciclo? Io preferisco di gran lunga chiedere aiuto al nonno!

Nonni iper-presenti e spazi domestici in via di ridefinizione, siamo sicuri che Peppa sia un buon modello per la crescita dei bambini?

Assolutamente sì. Anche se nel libro non entro nel merito della questione, perché non sono uno psicologo infantile, io credo che tutto sommato Peppa Pig proponga una visione positiva del mondo contemporaneo dicendo in sostanza che ogni problema può essere affrontato se nella famiglia c’è armonia e c’è la disponibilità a “riderci su”. Ed è proprio così che finiscono tutti gli episodi con una risata collettiva in faccia alle difficoltà quotidiane

Perché, come direbbe Peppa Pig, “a tutti piace farsi una bella ghignata”. 


Copyright foto: Francesco Mangiapane

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