Dieta senza lattosio, quando serve davvero?
Auto-diagnosi, mode alimentari, semplici luoghi comuni. A volte la dieta senza lattosio viene seguita senza che sia davvero necessaria. Per fare chiarezza abbiamo chiesto l’opinione della dottoressa Maddalena Cipriani, biologo nutrizionista.
L’universo delle diete è, si sa, molto variegato. A volte, come nel caso di intolleranze alimentari, sono davvero necessarie. Altre volte sono una scelta di vita, come nel caso di vegetariani e vegani. Altre ancora sono diete fai-da-te, non consigliate da un nutrizionista, ma determinate semplicemente da un’auto-diagnosi o dalle “mode alimentari” – un giorno sulla cresta dell’onda, il giorno dopo ferocemente criticate.
Oggi abbiamo scelto di occuparci della dieta senza lattosio, un regime alimentare che esclude non solo latte e latticini ma anche gli alimenti che possono contenere lattosio. E lo abbiamo fatto chiedendo il parere della dottoressa Maddalena Cipriani, biologo nutrizionista (www.nutrizionistafirenzecipriani.it).
«Innanzitutto, bisogna dire che esistono persone intolleranti al lattosio, zucchero principale contenuto nel latte», spiega la dottoressa Cipriani. «La digestione del lattosio avviene grazie alla lattasi, enzima presente sulle pareti intestinali che catalizza la scissione del lattosio in glucosio e galattosio, che sotto questa forma possono essere assorbiti. Esistono persone, più che altro adulti, che non producono più la lattasi e che quindi non possono più digerire il lattosio».
Quando è necessaria una dieta senza lattosio?
Una dieta senza lattosio è necessaria nel caso in cui sia diagnosticata una intolleranza al lattosio. Non mi risulta che una dieta di questo tipo sia dannosa, più che altro limita parecchio le scelte alimentari. Il lattosio infatti si trova, oltre che nel latte e nei latticini, anche “nascosto” in molti prodotti industriali, come ad esempio negli insaccati.
Da che cosa si identifica una vera intolleranza al lattosio che impone la completa assenza o la limitazione di latticini? A che cosa è dovuta? Può attenuarsi o sparire col tempo?
L’intolleranza al lattosio è diagnosticabile attraverso il breath test. La mancata produzione di lattasi può essere di origine genetica e quindi permanente oppure determinata da un danno della parete intestinale e quindi temporanea.
A quali carenze porta una dieta senza lattosio?
Il latte e i suoi derivati ci aiutano a soddisfare i fabbisogni nutrizionali giornalieri di alcuni nutrienti essenziali, cioè non in grado di essere sintetizzati dal nostro organismo, quali Calcio, Zinco, Fosforo e Selenio. Una dieta che esclude questi alimenti ci espone quindi alla carenza di tali nutrienti.
Quali sono le porzioni giornaliere di latte e formaggio corrette per il fabbisogno di una persona adulta?
Facendo riferimento alla revisione 2012 dei LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) redatti dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), le porzioni standard sono:
- Latte e yogurt: porzione di 125 g.
L’unità di misura pratica corrispondente a questo quantitativo è un piccolo bicchiere/tazza o un vasetto “classico” di yogurt (in commercio esistono ora anche vasetti da 150 g, 170 g e 200 g, oltre alle confezioni da 500 g o più).
- Formaggi freschi: porzione di 100 g.
Questo quantitativo corrisponde ad una mozzarella piccola, mentre le mozzarelle più comunemente disponibili in commercio pesano 125 g o più.
- Formaggi stagionati e semistagionati: porzione di 50 g.
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