Parto: quando andare in ospedale
Quando comincia il travaglio? Come riconoscere le vere contrazioni da un falso allarme? Come riuscire a capire quando andare in ospedale per il parto? Cosa fare nell'attesa? Le risposte della Dott.ssa Alessia Pontillo*, Ostetrica libera professionista a Roma.
Come si capisce che è arrivato il momento di andare in ospedale per partorire?
Ci sono diverse situazioni che richiedono di andare in ospedale, alcune anche in assenza delle contrazioni.
- IN ASSENZA DI CONTRAZIONI: se ci accorgiamo di perdere sangue rosso vivo (simile ad una mestruazione), andiamo a fare un controllo all’ospedale più vicino (anche se non è quello che abbiamo scelto per partorire). Se si rompono le membrane (la cosiddetta “rottura delle acque”) e il liquido perso è chiaro simile ad acqua o urina, si va in ospedale, ma possiamo andarci con calma (facciamo una doccia, sistemiamo le ultime cose ed andiamo); ci andiamo più in fretta se invece il liquido è tinto di meconio (cioè se ha una colorazione marroncina o verdastra). NON si va in ospedale se si perde il tappo mucoso [delle perdite gelatinose di colore rossastro-marrone, ndr], perché questa situazione ci dice solo che il collo dell’utero ha iniziato a modificarsi un pochino, non che il parto è imminente. Dalla perdita del tappo al travaglio attivo potrebbero passare poche ore ma anche una settimana.
- CON LE CONTRAZIONI: se invece non si è verificata nessuna delle situazioni precedenti e iniziamo ad avere le contrazioni, la prima cosa da fare è mantenere la calma e non correre subito in ospedale. Bisogna pazientare un pochino per accertarsi che si tratti di travaglio attivo o non di un falso allarme. È importante prendere il tempo per vedere ogni quanto vengono le contrazioni. Possono iniziare in modo irregolare (ad esempio ne ho una ogni 30 minuti, poi dopo 15 minuti, poi di nuovo dopo 30...). Se non è un falso allarme ma è il “grande giorno”, queste contrazioni diventeranno sempre più forti, più regolari e a intervalli di tempo sempre più ravvicinati. Il momento migliore per andare in ospedale è quando si hanno contrazioni forti e regolari ogni 4-5 minuti da almeno un’ora. A questo punto infatti siamo sicuri che è travaglio attivo e che quindi non si fermerà, vi sarete fatte una buona parte del travaglio a casa (quindi con tutto il comfort, l’intimità, il proprio bagno, ecc.) e in ospedale sarete sicuramente ricoverate, senza correre il rischio quindi di essere rimandate a casa per essere andate lì troppo presto.
Come riconoscere un falso allarme?
Bisogna innanzitutto non farsi prendere dall’ansia ed ascoltare bene il proprio corpo, senza correre subito in ospedale. Quando avvertite le prime contrazioni restate tranquille e prestate attenzione agli intervalli con cui si presentano. In caso di falso allarme le contrazioni non diventano regolari. Dopo un po’ possono addirittura fermarsi. Per questo è fondamentale non andare in ospedale dopo le prime contrazioni: bisogna essere certi che si tratti di travaglio attivo. Per travaglio attivo si intende un'attività contrattile regolare, intensa e progressiva, quindi le contrazioni devono susseguirsi ad intervalli regolari (che man mano si accorciano sempre di più), devono avere un’intensità crescente e non devono sparire del tutto. In alcuni casi, l’utero può fare una sorta di “travaglio di prova”: ha qualche contrazione (anche dolorosa e/o regolare), ma ad un certo punto tutto si ferma ed il travaglio vero e proprio potrebbe presentarsi qualche giorno dopo questo falso allarme. Non sempre l’utero fa il travaglio di prova, ma proprio per non confondere il travaglio vero da quello falso, è importante pazientare, rimanere calme e ascoltare bene il proprio corpo.
Come calmare il dolore nell’attesa di andare in ospedale?
Mentre siamo ancora a casa aspettando di avere contrazioni regolari ogni 4-5 minuti per andare in ospedale, può aiutare moltissimo fare una doccia calda o un bagno caldo (solo se non si sono rotte le membrane). Il calore aiuta a sentire meno dolore e a rilassare bene i tessuti, compreso il collo dell’utero che quindi si dilaterà con più facilità. È di fondamentale importanza avere la giusta respirazione durante la contrazione: l’aria entra nel naso ed esce dalla bocca, con un ritmo lento e profondo. L’ideale sarebbe avere una respirazione di tipo diaframmatico, in cui a gonfiarsi è la pancia e non il torace come siamo abituati a fare. Partecipare ad un buon corso preparto (teorico ma anche pratico), permette alle future mamme di imparare bene questo tipo di respirazione. In ultimo ma non per importanza, c’è il movimento: la donna in travaglio non è malata, quindi non deve stare a letto: deve lavorare (si parla appunto di “travaglio”) per rendere più facile e meno dolorosa la discesa del bambino nel canale da parto. Dunque è utilissimo passeggiare, muovere il bacino come si fa per l’hula-hoop o la danza del ventre, utilizzare la fitball (la palla di plastica grande che si usa anche in palestra) per fare questi movimenti di bacino anche da seduta. Provate a lasciarvi guidare dal dolore: l’istinto vi farà assumere la posizione in cui sentite meno male, che è anche la posizione più comoda per il passaggio del bambino.
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