Anoressia: riconoscerla e affrontarla
L'anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che interessa lo 0,3% delle donne tra i 12 e i 22 anni*. Possono esserne affetti anche gli uomini e le persone adulte. È una malattia psichiatrica, non sempre facile da diagnosticare né da curare.
L’anoressia, una malattia psichica prima che fisica
L'anoressia nervosa è un problema psicologico. Si tratta di un disturbo mentale prima di essere un disturbo alimentare. Un disturbo che si traduce fisicamente, con un rifiuto di mangiare e un dimagrimento spesso indicato come suicida.
La magrezza eccessiva provoca vari disturbi legati alla carenza di vitamine, di nutrimenti e alla mancanza di grassi nell’organismo. Questi problemi possono causare la morte nello stadio terminale della malattia, quando non si fa nulla per colmare le carenze. Se una persona anoressica accetta di sottoporsi a una dieta per riprendere i chili persi, potrà risolvere il problema fisico, ma quello psicologico avrà bisogno di una terapia a parte.
Per determinare se una persona soffre di anoressia si usa l'indice di massa corporea (BMI). La soglia è un BMI inferiore a 17,5 Kg/m2. Più l'indice di massa corporea è basso, più la patologia è grave.
*Fonte: Ministero della Salute
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I segni per riconoscere l'anoressia
Nei pazienti che soffrono di anoressia si riconoscono delle dinamiche caratteristiche.
- La partenza è spesso progressiva. La persona può ad esempio decidere di mettersi a dieta per perdere qualche chilo e finire per essere ossessionata dalla bilancia. Poco a poco, finisce per non mangiare quasi più.
- Si cerca di nascondere il problema alle persone che ci circondano: si cincischia nel piatto, ma dando l'impressione di piluccare ancora, si cerca di non consumare i pasti con altre persone, si nasconde la perdita di peso sotto vestiti larghi... a volte la persona può anche mostrare i sintomi della bulimia: dopo giorni di privazioni, ingerisce una grande quantità di cibo per poi provocarsi il vomito.
- Per far fronte alla situazione, la persona anoressica conserva ancora alcuni alimenti detti "di riferimento". Spesso li assume secondo un rituale specifico. Può essere per esempio un biscotto con una tazza di tè di mattina o uno yogurt con mezza banana nel mezzo della giornata. Questo rituale persiste di solito anche nel momento peggiore della malattia.
- Si pesa ogni giorno e spesso anche più volte al giorno. Ogni grammo in più visualizzato sulla bilancia diventa un problema. Nel momento più grave della malattia, anche perdere altri chili può diventare un problema, perché il paziente sa che la sua salute è in pericolo (e che può eventualmente essere ricoverato dalla sua famiglia contro la sua volontà).
- Spesso ha meno problemi a ingerire cibo liquido e, al contrario, trova certi alimenti ripugnanti.
- Spesso ama cucinare per gli altri e vederli mangiare. Molte di persone anoressiche collezionano ricette.
- Per perdere perso, le persone anoressiche praticano un'attività fisica molto intensa, spesso subito dopo i pasti.
- In generale, una persona anoressica ama praticare un'attività all'eccesso (sport, studio, musica...) e può così sfinirsi di fatica.
- Con i parenti, la persona malata è spesso aggressiva, impulsiva, arrabbiata. Può anche essere tirannica, soprattutto nella preparazione dei pasti.
La diagnosi
L'anoressia viene spesso diagnosticata tardi, quando la malattia è già in uno stadio avanzato e ha già fatto molti danni. Questo succede perché:
- non è raro che le giovani donne o le ragazze decidano di mettersi a dieta per perdere qualche chilo di troppo. L'insorgere dell’anoressia può essere completamente "banale".
- Ben presto, e a volte negandolo, le persone malate diventano consapevoli della loro perdita di peso. Per evitare i commenti negativi, cercano di nascondere il problema. E sanno come farlo, mettendo in pratica i comportamenti di cui parlavamo prima (far finta di mangiare, mangiare davvero ma espellere il cibo con vomito e lassativi...).
- All'inizio, le persone anoressiche si sentono in forma. Anzi, sembrano avere molta energia. Si sentono in competizione e hanno dei buoni risultati scolastici. Ma, dopo qualche tempo, lo sfinimento comincia a prendere il sopravvento.
Le persone più colpite
Senza dimenticare che ci sono sempre delle eccezioni, i pazienti anoressici hanno spesso delle caratteristiche in comune.
- Nel 90% dei casi, i pazienti anoressici sono donne. Molto spesso l'anoressia si scatena nell'adolescenza o nella prima età adulta, prima dei 25 anni.
- Di solito, le ragazze anoressiche sono brillanti, e ci tengono a dimostrare di essere sopra la media. Sono spesso delle persone molto determinate, almeno in apparenza; perché, dietro questa sicurezza, si nasconde una grande fragilità.
- Queste giovani donne sono di solito molto mature intellettualmente e psicologicamente, eccetto, in generale, sul piano affettivo.
- Hanno anche un problema con la propria femminilità e con il fatto che i loro corpi diventano sessuati. Ciò può anche tradursi in una negazione della sessualità. Inoltre, qualsiasi forma di sessualità scompare di solito durante il periodo anoressico.
Le cause dell'anoressia
Gli elementi scatenanti dell’anoressia sono stati oggetto di molte controversie. Senza dubbio dobbiamo concludere che lo schema è diverso da persona a persona, anche se si notano somiglianze nel loro percorso.
- Un tempo, si pensava che le ragazze anoressiche avessero una relazione conflittuale con la propria madre. Oggi, gli specialisti tendono a scartare questa ipotesi.
- All'origine dell'anoressia può esserci un evento traumatico, come un lutto in famiglia, una malattia, una violenza sessuale...
- Un'altra causa può essere un'immagine negativa – e spesso distorta – del proprio corpo. L'anoressia comincia spesso con una dieta, non sempre giustificata dalla reale necessità di perdere peso.
L'anoressia può avere anche un principio ereditario o essere causata dall'influenza di un ambiente in cui il peso corporeo è al centro dell'attenzione (la moda, la danza...). Di solito, i fattori scatenanti si presentano in gruppo.
Le conseguenze dell'anoressia
Le conseguenze dell'anoressia vanno al di là di una magrezza eccessiva. Tra i sintomi caratteristici si sono:
- la comparsa di una peluria in diverse parti del corpo. L'organismo, privato di energia e calorie, cerca infatti un modo per riscaldarsi.
- una perdita di forza ed energia che, col tempo, costringe la persona anoressica ad abbandonare le sue attività;
- una perdita di concentrazione e memoria, sempre dovuta alla mancanza di nutrimenti;
- l'amenorrea, ovvero la scomparsa delle mestruazioni; è un altro modo con cui il corpo tenta di immagazzinare l'energia;
- una pelle molto secca e sciupata;
- non avendo più grassi o muscoli da usare per ricavare energia, a una certo punto, il corpo è costretto ad attaccarsi agli organi per continuare a funzionare. Il fegato e i reni, in particolare, possono rovinarsi, causando seri problemi: insufficienza renale, disfunzione epatica più o meno gravi, ecc.
- bradicardia (battito cardiaco lento) e problemi di cuore;
- anche psicologicamente, le conseguenze sono gravi: la persona si ritira spesso nella sua ossessione e può sviluppare un comportamento segreto e aggressivo verso la sua famiglia e i suoi amici, a volte fino all'isolamento.
Le conseguenze per la famiglia
Non è facile stare vicino a una persona anoressica, sotto diversi punti di vista.
- I genitori sono direttamente coinvolti, e spesso si sentono in colpa. Anche se, oggigiorno, non si punta più il dito contro la madre (o il padre), i familiari si sentono spesso responsabili della malattia. Ecco perché è importante chiedere aiuto a uno specialista, medico o psicologo, per tutta la famiglia.
- La vita quotidiana con una persona anoressica può essere complessa. Chi soffre di questo disturbo vuole avere un controllo diretto sui pasti, e spesso impone la sua alimentazione anche al resto della famiglia. Spesso di diventa aggressivi.
- Per fratelli e sorelle, la vita in casa diventa pesante. Tutta l'attenzione si concentra sulla persona malata, e ci si dimentica di loro.
- Tra gli amici, molti possono avere paura di affrontare la persona malata, e prendono le distanze. Altri, i più fedeli, non sempre sanno come reagire. Ancora una volta, ci si sente in colpa, ma non si sa se affrontare il discorso direttamente o no.
I genitori hanno un ruolo importante da svolgere, spesso loro malgrado, nella guarigione della persona anoressica. Ci sono frasi o atteggiamenti da evitare, mentre altri possono essere la chiave per la guarigione. Non esiste una ricetta magica: le possibili soluzioni variano da persona a persona.
Per affrontare una situazione così complicata, può essere d'aiuto rivolgersi a un centro ospedaliero o a un terapeuta (psicologo, medico di base, nutrizionista...). Di solito, tutta la famiglia viene coinvolta nel processo di guarigione, e può partecipare alla terapia con la persona malata.
Affidarsi a un medico, a uno psicologo o a uno psichiatra o a uno specialista dell'alimentazione aumenta le possibilità di guarire. A volte un evento esterno, per esempio l'innamoramento negli adolescenti, può aiutare il/ la paziente a superare i suoi problemi.
La terapia
Innanzitutto, una persona che ha sofferto di anoressia deve riprendere peso. È importante essere seguiti da un medico, che aiuti il paziente a ingrassare gradualmente, e soprattutto senza rischi per la salute. La dieta ingrassante non sarà a base di fritti e piatti ipercalorici, bensì di grassi buoni. Visto che il corpo è stato a lungo a digiuno, è importante che il/la paziente sia tenuto sotto controllo, per evitare le complicanze.
Anche la terapia psicologica è molto importante. Per una persona che ha sofferto di anoressia, è spesso molto difficile accettarsi psicologicamente. È lei che ha “modellato” il suo corpo. E, anche se ora non si piace più e sa che la sua magrezza è un rischio per la salute, accettare di ingrassare può essere estremamente difficile. Non è raro che ci siano ricadute, più o meno gravi.
L'intero processo può richiedere diversi anni. Per lungo tempo, alcuni cibi possono fare paura o rimanere tabù. A volte può essere necessario un ricovero, per esempio quando il paziente è in pericolo di vita o a rischio suicidio.
La vita dopo l'anoressia
Anche quando l'anoressia è durata per molti anni, i pazienti possono ritrovare una vita perfettamente normale.
Le donne possono, per esempio, avere dei figli, con la ripresa dell'ovulazione e del ciclo mestruale. Alcuni organi però, come lo stomaco, possono subire dei danni.
Ci sono pazienti, invece, in cui l’anoressia diventa cronica: la persona malata impara a convivere con la malattia, conosce a memoria il tipo di cibo che deve mangiare e il numero di calorie necessarie per mantenersi in vita, con un rischio letale molto elevato.