Atresia esofagea: sintomi e terapia

L’atresia esofagea è una malattia rara, che si traduce nella separazione del condotto che unisce la bocca allo stomaco.

Atresia esofagea e neonato

L’atresia esofagea è diagnosticata alla nascita e necessita di un rapido intervento chirurgico e di un’osservazione per tutta la vita. Colpisce circa un nato su 3000 senza distinzione di sesso. L’esofago è la parte del canale digestivo che unisce la bocca allo stomaco e assicura la discesa degli alimenti. Questo disturbo indica una malformazione congenita che si traduce in una interruzione del canale con formazione di un cul de sac.

Sintomi: la fistole esofagea

I sintomi di atresia dell’esofago sono incapacità ad ingoiare e quindi ad alimentarsi. Si osserva anche un eccesso di saliva nella bocca del lattante, perché i liquidi tendono ad accumularvisi. Questo disturbo è spesso associato ad altre malformazioni, la più frequente è una connessione anomala fra esofago e trachea (fistola tracheo-esofagea). Questo provoca disturbi respiratori e falsi percorsi(passaggio di alimenti nei polmoni). Altre malformazioni possono essere osservate a livello delle vertebre, del cuore, dei reni, dell’ano e degli arti. Esistono 5 tipi di atresia esofagea secondo la presenza di 1 o più fistole e della loro localizzazione.

Cause

L’atresia dell’esofago è conseguenza di un’anomalia di sviluppo dell’embrione durante il I trimestre di gravidanza, le cui cause sono ancora mal conosciute. In caso di associazione con altre malformazioni si può sospettare l’origine genetica.

Diagnosi

Prima della nascita la diagnosi di atresia esofagea può essere evocata dall’ecografia in caso dell’osservazione di uno stomaco di piccola taglia e di una quantità di liquido amniotico aumentata nell’utero. Alla nascita l’atresia dell’esofago è indagata in maniera affidabile introducendo una sonda nella bocca del neonato.

Terapia e alimentazione

L’intervento chirurgico è il solo mezzo per ristabilire la continuità dell’esofago in caso di atresia e chiudere un’eventuale fistola. L’operazione deve essere praticata nei primi giorni di vita purchè il bambino non sia prematuro. Se la distanza fra le due parti dell’esofago è piccola, l’intervento consiste nel riavvicinarle e il bambino può cominciare a mangiare normalmente dopo una settimana. Se la misura della distanza è maggiore di tre vertebre si pratica una gastrotomia (apertura a livello dello stomaco). Questa operazione permette di alimentare il bambino per diversi mesi aspettando un secondo intervento sull’esofago. L’atresia dell’esofago è considerata un’affezione di lunga durata (ALD) e di conseguenza necessita di controlli per tutta la vita. Bisogna adattare anche l’alimentazione poiché i bambini operati presentano in genere uno stomaco più piccolo della norma.

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