Il Leone d'Oro: breve storia del premio veneziano

Tra scandali, polemiche e amori, da quasi un secolo il Leone d'Oro assegnato della Biennale cinematografica di Venezia accompagna la storia dell'Italia. Ecco una sintesi per arrivare preparati.

Il Leone d'Oro debutta alla Mostra del Cinema di Venezia solo nel 1954.

È il 6 agosto 1932 quando sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, si proietta Il dottor Jekyll di Rouben Mamoulian. Inizia così la prima Mostra del Cinema in Italia, quella che 84 anni dopo assegna il Leone d’Oro al Miglior film e alla carriera. L’epoca dell’esordio è fascista e non a caso il massimo riconoscimento si chiama Coppa Mussolini.

Academy Awards, Mostra del Cinema, Cannes

A spingere il conte Giuseppe Volpi di Misurata, lo scultore Antonio Maraini e Luciano De Feo, il primo direttore, a fondare la kermesse veneziana sono state le statuette assegnate agli Academy Awards (classe 1929), è la decisione di negare il premio al film di Jean Renoir La grande illusione (giudicato troppo pacifista), a decretare, invece, la nascita del Festival di Cannes che debutta in Francia due anni dopo, scevro da ingerenze politiche. Ma questa è un’altra storia.

Gli scandali, i premi, la Guerra: scossoni al Leone d’Oro 

Se la prima edizione non prevede vincitori, è nella seconda edizione (1934) che il nudo integrale femminile debutta sul grande schermo: succede in una scena di Estasi, film cecoslovacco del regista Gustav Machaty, in cui l’attrice Hedy Lamarr - al secolo Hedy Kiesler - appare come mamma l’ha fatta (mostrando il lato b, perché di fronte è solo in topless). Non senza conseguenze: pare che il marito cercò, senza riuscirci, di far sparire tutte le copie della pellicola.      

Sia come sia, la Mostra fa parlare di sé e nel 1935 alla Coppa Mussolini per il miglior film (il primo a vincerla è stato Teresa Confalonieri, di Guido Brignone) debutta la Coppa Volpi per i migliori attori: la prima ad aggiudicarsela è Katharine Hepburn per la sua interpretazione in Piccole Donne. Ma l’entusiasmo dura poco, la guerra è alle porte e la politica guasta la festa: nel 1938, con Biancaneve e i sette nani, Walt Disney è l’ultimo americano a partecipare alla rassegna. Quelle del 1940, 1941 e 1942 sono edizioni fantasma, che vanno in scena lontano dal Lido, dominate dai lavori dei registi dell’asse Roma-Berlino: i premi, comunque vanno ad Alida Valli, Assia Noris e Fosco Giachetti. 

Neorealismo: il Leone d’Oro sbarca al Lido 

La solfa ricomincia nel 1946: Elio Zorzi è il nuovo direttore, alla Coppa Mussolini subentra il Gran Premio Internazionale di Venezia e il Neorealismo è il protagonista assoluto: da Roberto Rossellini con Paisà ad Anna Magnani che con L'onorevole Angelina di Luigi Zampa si aggiudica la Coppa Volpi (1947) fino a La terra trema di Luchino Visconti del 1948, la kermesse dimostra il suo spessore.

Finché, nel 1949, al Lido sbarca il Leone: non è ancora d’Oro bensì di San Marco, simbolo della città, denominazione che manterrà fino al 1954. Eppure, di nuovo, non è avulso da polemiche: il primo a vincerlo è Manon, film di Henri-Georges Clouzot ed è proprio la scarsità di premi al cinema italiano a scatenare le diatribe più feroci. Prime tra tutte le vere e proprie rivolte (intellettuali) scatenate per il mancato Leone d’Oro a Luchino Visconti per Senso prima e Rocco e i suoi fratelli poi: tanto la proiezione, quanto la premiazione del vincitore (Il passaggio del Reno di André Cayatte) sono sommerse dai fischi del pubblico in sala.

Intrighi e contestazioni: il Leone d'Oro vacilla

Com’è ovvio al Lido scoppiano anche gli amori e gli scandali. Come quello del 1950, quando Roberto Rossellini presenta Stromboli, protagonista Ingrid Bergman, la donna per cui il regista perde la testa arrivando a lasciare Anna Magnani (che gli risponde presentando al Lido Vulcano, girato quasi in contemporanea). O quello del 1957, quando a una festa al Lido la corrispondente americana Elsa Maxwell, regina incontrastata di mondanità, presenta la Callas a Onassis dando il via a una delle storie più tormentate della storia. 

Gli anni passano e il ’68 e le contestazioni investono la Biennale che dal 1969 al 1979 va in scena a singhiozzo e senza premi. La rinascita arriva con Carlo Lizzani, il Leone d'Oro nel 1980, quando Louis Malle e John Cassavetes lo vincono ex aequo. L’anno dopo è quello di Margarethe Von Trotta prima donna ad essere premiata con Anni di Piombo. Per il Leone d’Oro alla carriera a una donna bisogna aspettare il 1992 quando è il turno di Jeanne Moreau, seguita nel 1993 da Claudia Cardinale

Il resto è cronaca recente, segnata dalle polemiche di Marco Bellocchio, ignorato dalla giuria per il suo Buongiorno, notte, sul sequestro Moro e quelle dei red carpet. Per vedere che cosa riserverà la Biennale di Venezia, edizione 2016 non resta che attendere una manciata di giorni.

 

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