Ashley Fires, Tory Lux e Stoya: il mondo del porno contro James Deen

Sotto accusa il divo del porno James Deen: Ashley Fires, Tory Lux e la sua ex compagna Stoya lo denunciano di violenza sessuale. Il caso, scoppiato su Twitter, rischia di sbarcare in tribunale.

Il divo del porno James Deen è stato accusato dalle colleghe Ashley Fires, Tory Lux e Stoya di violenza sessuale.


A scagliare la prima pietra contro il divo del porno James Deen è stata la sua ex, la 29enne Stoya, anche lei attrice hard. A ruota si sono fatte avanti le colleghe Ashley Fires e Tori Lux. Risultato: James Deen - nome d'arte di Bryan Sevilla, classe 1986 - è precipitato dalle stelle alle stalle e pur avendo rispedito le accuse ai mittenti si è dimesso dal consiglio di amministrazione dell'Adult Performer Advocacy Committee (APAC) e ha incassato il fatto che alcune popolari aziende del settore abbiano interrotto i loro costosi contratti di sponsorizzazione con lui. 

Scoppiato su Twitter, il putiferio presumibilmente sbarcherà in tribunale assumendo i tratti dello scandalo che ha travolto Bill Cosby. Per il momento le accuse sono cinguettii al vetriolo e la solidarietà va sotto l'hashtag #SolidarityWithStoya. Perciò è tanto facile quanto approssimativo, ricostruire la vicenda riassunta in post da 160 caratteri. 

Il primo appare sul social il 28 novembre sulla pagina di Stoya, al secolo Jessica Stoyadinovich, pornostar e modella classe 1986, recentemente uscita da una relazione con Deen durata sei anni, passando da un red carpet all'altro: "Questa storia che ti fermi su internet per un secondo e vedi gente che idolatra come un femminista l'uomo che ti ha stuprata, fa schifo”. Il riferimento al suo ex è velato, l’odio più che manifesto. Passano alcune ore e la donna va fino in fondo e rinuncia ai giri di parole: “James Deen mi ha tenuto ferma e scopata nonostante gli avessi detto no e fermato, usando la mia safeworld". Per chi non lo sapesse trattasi della parola che nel settore usano gli attori per dire che un “no” è davvero un “no” e non una battuta del copione.   

Passa un giorno e si fanno avanti la ex Joanna Angel, solidale con Stoya - “È morto dentro ed è morto per me, è letteralmente la persona peggiore che abbia mai incontrato. Per ora questo è tutto quello che ho da dire” - e la collega Tori Lux che al Daily Beast descrive la (presunta) altra faccia di James Deen. L’attrice porno racconta di quella volta che “non avevo ancora avuto il tempo di rivestirmi quando con un sorriso sul suo volto mi ha detto: 'Tori Lux, vuoi fiutare i miei testicoli?'. Gli risposi 'no' con un tono neutro. Ma lui ha rifatto la domanda, più aggressivo della volta prima: 'Ti ripeto: Tori Lux, vuoi sniffare i miei testicoli?'. Ho risposto con un deciso 'no', per mettere bene in chiaro il mio limite, ma James mi ha ignorata, mi ha afferrata per il collo e mi ha spinta su un materasso sul pavimento”. La Tori chiarisce anche che “non l'ho denunciato subito perché le persone tendono a credere che chi fa del sesso un mestiere si sia andato a cercare il pericolo quindi non può essere aggredito. Ma non potrebbe essere più falso. Lavorare con il sesso non significa farsi male".

Anche Ashley Fires, un’altra collega che si dice vittima del divo del porno, ci tiene a ribadire il concetto in un tweet: “Il diritto fondamentale di sentirsi sicuri al lavoro: nessuno dovrebbe temere la violenza sessuale in un ambiente professionale”. Anche se quel settore, per mestiere, fa sesso. 

Tant’è, mentre il diretto interessato si difende definendo le accuse che non esita a definire "false e diffamatorie" e twitta “Rispetto le donne, conosco e rispetto i limiti privatamente e professionalmente" - su Twitter è scoppiato il putiferio. In poche ore l'hashtag #SolidarityWithStoya è diventato virale e ora vale tutto e il contrario di tutto. Per la verità - per lo meno quella giudiziaria - devono arrivare le denunce, oltre ai cinguettii.

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