Regno Unito, David Cameron stravince: "un futuro migliore per tutti"

Regno Unito: David Cameron ha stravinto le elezioni. Il candidato tory che ha avuto il coraggio di legalizzare i matrimoni gay, riformare la chiesa verso  l’ordinazione di donne vescovo, ha promesso "un futuro migliore per tutti". Magari anche fuori dall'Europa.   

La foto postata su Twitter dal riconfermato premier inglese David Cameron che abbraccia la moglie Samantha e commenta: "un futuro migliore per tutti".


Altro che indecisi. Gli inglesi hanno dimostrato di avere le idee piuttosto chiare su chi vogliono per i prossimi anni al n.10 di Downing Street. Così chiare che questa mattina, letti i risultati, lui, David Cameron ha svegliato il popolo del suo Regno Unito con un cinguettio che annuncia “un futuro migliore per tutti” con tanto di foto che lo immortala mentre stringe la moglie Samantha, raggiante.  ”Questa è la vittoria più dolce", ha poi commentato. E ancora, per fugare ogni dubbio: “abbiamo sconfitto anche i sondaggi e i commentatori”. E infine, “quel che più conta è che abbiamo ancora l'opportunità di servire il Paese”.

Un Paese che vuole cambiare, nonostante abbia riconfermato la sua identità tory, conservatrice. Anzi, proprio in virtù di questa, come ha già dimostrato in passato Cameron a proposito delle unioni omosessuali. “Io non sostengo il matrimonio gay nonostante sia un conservatore - aveva annunciato nel 2011 -. Io sostengo il matrimonio omosessuale perché sono un conservatore”. Detto fatto, alla mezzanotte del 29 marzo 2014 i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono diventati legali in Inghilterra e in Galles. Per non parlare delle sue politiche ambientali più responsabili e della riforma della chiesa d’Inghilterra verso l’ordinazione di donne vescovo. Piccoli grandi passi che hanno convinto molti giovani a votare per il suo partito, conservatore più che altro nel nome.

Il prossimo passo che Cameron ha in mente ricorda i tempi della Seconda Guerra Mondiale quando sul Times si leggeva: “C’è nebbia sulla Manica: il continente è isolato dall’Inghilterra”. Ebbene, oggi il Regno (forse) non ha più bisogno di nessuno e dall’uscio del n.10 di Downing Street, il riconfermato premier ha anticipato che “ci sarà un referendum sul nostro futuro in Europa”. Lo sbigottimento dei Paesi fa ancora rumore a ore di distanza, ma questa è un’altra storia.  

Oggi è la storia di un Regno Unito (più unito che mai dopo il fallimento del referendum sull’indipendenza della Scozia, uno dei più importanti dello scorso mandato di Cameron) che ha di nuovo scelto un uomo nato a Londra 49 anni fa, che ha origini agiate, che ha studiato negli istituti privati, che si è concesso un anno sabbatico prima a Hong Kong e poi nell’ex Urss. Uno che ha sposato Samantha Gwendoline Sheffield (una che discende da re Carlo II) e che ha messo su una famiglia numerosa. Un padre che nel 2009 ha perso il primo dei suoi quattro figli, Ivan, morto a sei anni per una malattia genetica, l’encefalopatia epilettica.

Uno che al potere ci era già arrivato nel 2005 e non aveva avuto paura di attuare manovre economiche tra le più austere  riuscendo però a traghettare il Regno fuori da una crisi economica tra le più dure e facendo crescere come non mai il numero di occupati. Uno che ci è ritornato quando la Regina Elisabetta l’ha chiamato nel maggio 2010 dopo le dimissioni di Gordon Brown. Uno che non si è mai tirato indietro e ha avuto la forza di opporsi all’ala più conservatrice del suo partito che lo dipingeva troppo giovane, inesperto e pure progressista. 

Ma forse Cameron ha (di nuovo) vinto proprio per questo, perché è l’incarnazione di come i confini tra tory e labour, destra e sinistra, ormai siano retaggi del passato, categorie buone solo a definire una fazione dall’altra, non un programma dall’altro. 

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