OrtiAlti: la dove c'era (solo) un tetto ora c'è (anche) un orto

Nel 2010 era il loro "oursecretgarden", l'orto coltivato dai condomini che ha migliorato l'ambiente e la socialità. Oggi è il prototipo di OrtiAlti, il progetto che nel frattempo ha vinto il concorso "We-Women for Expo" e alla fine di giugno verrà raccontato al Padiglione Italia. 

"Oursecretgarden" è l'orto coltivato nel 2010 sul tetto del basso fabbricato che ospita lo studio di architettura 999.


Quando hanno pensato di coltivare il tetto del basso fabbricato che ospitava il loro studio di architettura non immaginavano che il loro Oursecretgarden - com'è stato chiamato l'orto pensile in questione - sarebbe diventato il prototipo di un esperimento da replicare. Era il 2010, temi come "nutrire il pianeta" iniziavano a far capolino ma di certo non erano popolari. Oggi sono il leit motiv dell'Expo 2015 e loro, gli architetti di STUDIO999, grazie al loro Oursecretgarden, hanno vinto il primo premio di We-Women for Expo, il concorso di Expo Milano dimostrando che a vederci lungo, prima o poi, si viene notati.

Elena Carmagnani, 45 anni, architetto torinese, è il motore immobile dell'idea geniale; ad affiancarla sono subentrate Emanuela Saporito, l'urbanista che ha contribuito a trasformare Oursecretgarden in un progetto d'innovazione sociale, un'agronoma e una sociologa. "Anche perché - spiega Elena - le ricadute non riguardano solo l'ambiente ma anche l'alimentazione e la socialità dei suoi abitanti". Nello specifico: quello che era un tetto piatto, di catrame, che d'estate raggiungeva temperature da ustione di primo grado, oggi è un orto coltivato dai condomini, che li nutre e che d'inverno riscalda mentre d'estate rinfresca lo studio degli architetti con notevoli ricadute sulla bolletta. "Ho scoperto - spiega Elena - che il verde pensile, tecnologia ancora poco utilizzata in Italia rispetto al nord Europa e agli Stati Uniti, riduce le isole di calore, crea habitat naturali di biodiversità, permette di controllare le acque piovane riducendo l’allagamento e isola l’edificio facendo consumare meno energia. E ho pensato che se questi giardini pensili fossero orti, coltivati dagli abitanti o dagli utilizzatori degli edifici, i benefici sarebbero ancora maggiori, perché l’orto è un luogo di condivisione di pratiche, memorie, esperienze, crea socialità e permette anche di risparmiare, auto-producendo i propri vegetali".

Insomma, riuscire a trasformare il condominio, "il luogo del conflitto per eccellenza" in un'isola felice e produttiva è già di per sé un mezzo miracolo. Se poi l'idea "viene approfondita, messa a sistema, fatta diventare un dispositivo per trasformare le nostre città e il tessuto urbano e sociale sempre più fragile e compromesso" allora Elena e il suo team hanno compiuto un vero e proprio miracolo. È stata la "perseveranza che spesso contraddistingue le donne" che ha contribuito a "sviluppare il progetto per farlo diventare un’impresa sociale, con il nome di OrtiAlti". 

Il successo e i premi (nazionali e internazionali) sono arrivati quasi subito. E grazie a "partner pubblici e privati che hanno creduto in noi, come il Politecnico di Torino, la Fondazione Torino Smart City o la Camera di Commercio" i successivi due anni sono stati dedicati ad assestare il progetto e costruire una rete. Fino a Expo Milano e al premio di 40 mila euro del concorso We-Women for Expo, che, decisamente, cambia gli scenari.

"Adesso abbiamo in cantiere due progetti di OrtiAlti sui tetti di due edifici torinesi gestiti da cooperative sociali - spiega Elena -, ex fabbriche che ospitano ristoranti e attività per il quartiere, e tra non molto vedremo moltiplicarsi altri OrtiAlti che contribuiranno a isolare gli edifici, produrranno vegetali da reimpiegare nella preparazione dei cibi dei ristoranti, e creeranno spazi di socialità per tutti gli abitanti". 

Per chiunque volesse saperne di più, l'appuntamento è all'Expo, l'ultima settimana di giugno e la prima di luglio quando Elena ed Emanuela saranno al Padiglione Italia per spiegare a tutto il mondo i loro OrtiAlti. 


Potrebbe anche interessarti
Il documento intitolato « OrtiAlti: la dove c'era (solo) un tetto ora c'è (anche) un orto » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.