Linfoadenopatia: cause, sintomi e cura

La linfoadenopatia designa l’ipertrofia di uno o più gangli linfatici, sia in presenza di infiammazione che sia in caso di tumore.

Definizione

Le ghiandole linfatiche (gangli) sono delle specie di noduli situati sul tragitto dei vasi linfatici. La loro principale funzione è quella di ripulire la linfa e di innescare rapidamente delle reazioni di difesa in caso d’infezione di tipo batterico o virale. Essi giocano un ruolo importantissimo nel sistema immunitario.

Linfoadenopatia ascellare

L’aumento del volume di uno o più gangli linfatici situate al livello delle ascelle è denominata linfoadenopatia ascellare. Questa modifica non deve essere presa alla leggere poiché può essere determinata da diverse cause, benigne e no. In queste situazioni è sempre meglio consultare il proprio medico curante.

Linfoadenopatia mediastinica

Le linfadenopatie mediastiniche corrispondo all’aumento del volume delle linfonodi situati nel mediastino, la zona intermedia posta nella gabbia toracica, situata tra i due polmoni in corrispondenza dei polmoni, vicino il cuore, la trachea, i bronchi e l’esofago.

Cause

In caso di linfoadenopatia isolata o localizzata nello stesso posto, la cause deve essere spesso di origine infiammatoria, solitamente non grave. Se cronica, essa può essere determinata da varie cause, da ricercare. Riguardo la linfoadenopatia mediastinica le cause possono essere varie e andare da una semplice influenza, ad una mononucleosi infettiva o ad altre malattie infiammatorie: sarcoidosi, o malattie più gravi come tubercolosi, cancro o malattia di Hodgkin.

Sintomi

I sintomi di linfoadenopatia mediastinica all’inizio non presenta sintomi ma in caso ingrossamento importante dei linfonodi essa si traduce con dei segni di compressione: tosse mancanza di respiro (dispnea) o dolore al petto (toracico). La linfoadenopatia ascellare, al contrario, può risultare calda e dolorosa o dura e indolore. Nel primo caso, essa risulta rassicurante, poiché può essere generata da un’infiammazione o da un’infezione d’origine batterica, virale o parassitaria (malattia da graffio di gatto, mononucleosi, ecc.). Nel secondo caso si può sospettare di malattie ben più gravi tra cui cancro al seno, malattie del sangue (linfoma, leucemia, malattia di Hodgkin), sarcoidosi, tubercolosi, malattie autoimmuni. Le dimensioni, la stabilità e la sua sensibilità sono altri fattori da prendere in causa.

Diagnosi

La diagnosi riposa in un esame clinico di valutazione della dimensione e della consistenza delle ghiandole. In caso di causa evidente, come un’infezione localizzata al livello del braccio, non è necessario alcun esame. Per quei casi in cui si riscontra maggiore difficoltà a definirne la causa, sono necessari degli esami complementari, come analisi del sangue, bilancio radiologico, puntura dei gangli, mammografia per la donna.

La scoperta di linfoadenopatie mediastiniche è spesso inaspettata e avviene durante un esame radiologico, come ad es. una radiografia al torace, alla quale possono susseguire altri esami, come ad es. bilancio medico per la diagnosi della sarcoidosi. Per una diagnosi più accurata possono essere effettuate una TAC o una risonanza magnetica, o la biopsia dei linfonodi.

Cura

La cura della linfoadenopatia si basa sulla causa che genera l’infiammazione dei gangli linfatici: antibiotici, per le infezioni batteriche, chirurgia, radioterapia e chemio, in caso di cancro, leucemia. Per quanto riguarda il cancro al seno, un’ablazione dei gangli è spesso necessaria.

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