Prolattina: definizione e valori
Principalmente coinvolto nel procedimento di produzione e mantenimento della lattazione, la prolattina è un ormone, il cui dosaggio si esamina grazie a un prelievo del sangue.
Cos’è la prolattina
La prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi, una ghiandola endocrina situata alla base del cervello. Normalmente è presente in basse quantità negli uomini e nelle donne, non in stato di gravidanza, e produce il latte materno. A seconda di vari fattori fisiologici, ma anche in casi di patologie, il tasso di prolattina in un soggetto risulta variabile.
Valori prolattina
Solitamente, nelle donne in gravidanza il tasso di prolattina tende ad aumentare, poiché stimola lo sviluppo delle ghiandole mammarie e la lattazione. Nella donna adulta i valori si aggirano intorno ai 0-20 nanogrammi per centimetro cubo nel sangue, mentre in donne incinte o in allattamento i valori possono raggiungere i 400 nanogrammi. Nell’uomo la media è pari a circa 6-7 ng/ml.
I valori possono comunque variare a seconda degli esami e delle fonti di essi, inoltre fattori come il sonno, lo stress lo sforzo fisico posso aumentarne il livello.
Sintomi e diagnosi di patologie
La prolattina alta, definita anche iperprolattinemia può essere un sintomo di alcune patologie che interessano l’ipofisi, la tiroide o i reni. In generale la prescrizione dell’esame che rileva il livello di prolattina è solitamente effettuato quando il soggetto è a digiuno e riposato. L’ipoprolattinemia può anche provocare ipofertilità e irregolarità delle mestruazioni nella donne, così come abbassamento della libido e disfunzioni sessuali, anche nell’uomo.
Medicinali che alterano il livello di prolattina nel sangue
Alcuni farmaci possono aumentare il tasso di questo ormone nel sangue, si parla di farmaci neuroelettici, anfetamine, antistaminici, antiemetici, ormoni estroprogestinica (contenuti in alcuni contraccettivi) o farmaci derivati dalla morfina. Al contrario un valore di prolattina bassa si avverte durante l’assunzione di alcuni farmaci dopaminergici, inclusi quelli prescritti per curare la malattia di Parkinson.
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