Lo Stato italiano spiegato ai bambini
Il 2 giugno 1946 nasceva la Repubblica Italiana, eredità di quella monarchia costituzionale nata nel 1861. Ecco come spiegare ai bambini lo Stato Italiano in quest'anniversario.
Quando il 2 giugno 1946 lo Stato italiano diventa una Repubblica parlamentare ha già 86 anni di monarchia costituzionale retta dai Savoia alle spalle. Nato, infatti, il 17 marzo 1861 con l’Unità d’Italia - anche se, a voler essere precisi, all’appello mancava ancora Roma, inglobata con la breccia di Porta Pia, il 20 settembre 1870 - lo Stato così come lo conosciamo oggi debutta per volere del popolo che, chiamato alle urne nel primo referendum a suffragio universale, decide di destituire il Re (Umberto II) e dà il via al nuovo Stato, inteso come quella comunità di persone che condividono non solo il territorio ma anche l’insieme di regole e gli organismi che lo governano.
La Costituzione italiana spiegata ai ragazzi
Abolita la monarchia - dove il Capo dello Stato è tale per diritto ereditario - un’Assemblea Costituente scelta dagli elettori nel referendum - i cosiddetti Padri Costituenti, 75 persone tra cui spiccano anche alcuni nomi di donne, su tutte Tina Anselmi -, si riunì in Parlamento per scrivere la Costituzione che avrebbe rimpiazzato lo Statuto Albertino in vigore sotto i Savoia. Nel gennaio del 1947 il testo vide la luce, fu discusso per ben 8 mesi e, a dicembre, i 139 articoli vennero approvati e diventarono la Legge dello Stato con la maiuscola. La prima, fondamentale differenza con lo Statuto Albertino sta nella sovranità del popolo: l’Italia diventa una repubblica democratica e sono i cittadini a scegliere i rappresentanti attraverso le elezioni. Gli altri principi fondamentali della Costituzione - divisa in diritti, doveri e norme - sono l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, la libertà d’opinione, il diritto a un lavoro e un’abitazione e a ricevere un’istruzione. A dimostrazione di quanto i Padri Costituenti fossero lungimiranti, il penultimo articolo norma le modifiche alla Costituzione mentre l’ultimo stabilisce che la forma repubblicana non potrà mai essere cambiata.
Ordinamento dello Stato italiano: repubblica parlamentare
L’Italia è una repubblica parlamentare: questo significa che il potere legislativo (di scrivere le leggi) è affidato a Camera e Senato, le due assemblee che compongono il Parlamento dove siedono, rispettivamente i deputati e i senatori una volta eletti a suffragio universale ma con qualche precisazione. Se per l’elezione della Camera votano tutti i cittadini italiani maggiorenni, per il Senato è necessario aver compiuto 25 anni. Camera e Senato (rispettivamente ubicati a Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama) hanno gli stessi poteri: questo significa che una legge approvata dalla Camera deve esserlo anche dal Senato e viceversa. L’altro compito del Parlamento è l’elezione del Capo dello Stato, ovvero il Presidente della Repubblica, istituzione che non ha poteri specifici diretti: il suo compito è stare al di sopra delle parti politiche e vigilare che vengano rispettate le regole dettate dalla Costituzione in tutti i passaggi della vita istituzionale e politica del Paese.
I poteri dello Stato italiano
Chiarito che il potere legislativo spetta al Parlamento, il governo è invece il titolare del potere esecutivo, ovvero quello di guidare lo Stato nella quotidianità: dalla politica economica ai rapporti con gli altri Stati. Il capo del governo è il Presidente del Consiglio dei ministri e viene scelto dalle forze politiche che formano il governo d’accordo con il Presidente della Repubblica e poi confermato dal voto del Parlamento.
Alla magistratura tocca invece il potere giudiziario, ovvero quello di decidere chi ha violato una legge e quale pena merita per la violazione. La magistratura, dice la Costituzione, è indipendente dagli altri poteri (quello legislativo e quello esecutivo) e ha un organismo (il consiglio superiore della magistratura) che controlla l’operato dei magistrati.
L’organizzazione dello Stato italiano
Il governo del territorio italiano è diviso su tre livelli: oltre allo Stato - che amministra le questioni che riguardano tutto il Paese - ci sono le Regioni e i Comuni (gli enti locali). Fino a qualche anno fa c’erano anche le Province, un livello intermedio che è stato cancellato. Gli enti locali si occupano dell’amministrazione del territorio con competenze diverse (le Regioni, per esempio, gestiscono la sanità pubblica mentre i Comuni gestiscono i trasporti cittadini).