Effetto Werther: attenzione ai Blue Whale
L’effetto Werther in psicologia è riconosciuto come quel fenomeno di emulazione che spinge al suicidio quando i mass media pubblicano notizie di eventi del genere. Come nel caso Blue Whale.
Effetto Werther e Blue Whale: qual è la correlazione tra questi due fenomeni? Il primo è una forma di condizionamento psicologico che prende il nome dal famoso romanzo di Goethe. Il secondo lo pseudo-gioco dai macabri risvolti che terrorizza i genitori di mezza Europa.
Effetto Werther: cos’è?
L’effetto Werther è un fenomeno psicologico che si osserva quando i mass media trasmettono la notizia di un suicidio. Il nome deriva proprio dal nome dell’eroe romantico per eccellenza, il protagonista del romanzo di Goethe, I dolori del giovane Werther, ventenne tormentato per amore, travolto dalla sue emozioni e infine suicida. Proprio questa emotività è la base fertile che può purtroppo impattare con notizie di suicidio altrui: più che semplice emulazione, quindi, si tratta di una situazione aggravante di uno stato problematico.
Suicidi di massa: gli studi scientifici
Sono diversi gli studi sul tema. Uno dei primi a fare luce sul problema è stato un lavoro svolto da Centro di salute mentale di Mannheim, in Germania, sul finire degli anni Ottanta. Aveva scoperto che la messa in onda, tra il 1981 e 1982, di una serie tv su un giovane che si buttava sotto il treno aveva coinciso con un significativo incremento del tasso di suicidio fra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni.
Blue Whale, video e istigazione
Se è vero che molto del materiale sul tema del terribile gioco circola su piattaforma indipendenti da quelle dei giornali e dei media ufficiali. E bisogna considerare che lo stesso dibattito è stato aperto anche su altri fronti, come la serie di Netflix 13 Reasons Why, la serie tv più twittata dagli adolescenti statunitensi e dedicata ad una serie di video trasmessi da una giovanissima suicida, vittima di bullismo. Ma il dibattito coinvolge senza dubbio il mondo dell’informazione, tant’è che in tempi non sospetti l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicava una serie di linee guida dedicate alla pubblicazione di questo tipo di contenuti per evitare l’innescarsi del famoso effetto Werther.
L’effetto Werther e le linee guida dell’Oms
Già nel 2008 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito delle linee guida rispetto alla pubblicazione di contenuti che tocchino il tema, o diano la notizia, di un suicidio. In particolare il giornalista dovrebbe:
- Cercare di educare il pubblico sul suicidio
-Evitare un linguaggio che sensazionalizzi o normalizzi il suicidio, o che lo presenti come una soluzione ai problemi
- Evitare di pubblicare la notizia con rilievo, o ripetere in modo eccessivo le storie di suicidio
- Evitare una descrizione esplicita del metodo utilizzato in un suicidio portato a termine o tentato
- Evitare di fornire informazioni dettagliate sul luogo di un suicidio portato a termine o tentato
- Titolare gli articoli con cautela
- Essere cauti nell’uso di immagini e video
- Usare una particolare attenzione nel riportare il suicidio di celebrità
- Mostrare doverosa considerazione nei confronti di chi ha commesso il suicidio
- Fornire informazioni su dove trovare aiuto
- Riconoscere che gli stessi professionisti dei mezzi di comunicazione possono subire l’influenza delle storie che parlano di suicidio.
Effetto Papageno
L’informazione può quindi avere un ruolo contenitivo: è quello che la psicanalisi chiama Effetto Papageno. Il nome deriva dal personaggio, con volontà suicida, che compare nel Flauto magico di Mozart, salvato nel suo intento dall'intervento di tre giovani. Allo stesso modo, diversi studi hanno provato la possibilità di contenere e ridurre i tassi di suicidi non solo limitando la divulgazione dell’evento, ma anche producendo materiale educativo e informativo mirato alla prevenzione e all’aiuto dei soggetti coinvolti.