I cinque tibetani: cosa sono e quali sono i benefici

Riconducibili allo yoga, i cinque riti tibetani sono facili da praticare: sciolgono lo stress, aiutano a ritrovare l’energia e a migliorare la forma fisica.
 

Il quarto rito tibetano: il ponte © Stefano Lunardi / 123RF

I cinque riti tibetani, conosciuti più semplicemente come i cinque tibetani sono noti come elisir di lunga vita e si propongono come esercizi semplici da praticare quotidianamente per favorire l’armonizzazione dei sette chakra e per migliorare la salute ed il proprio aspetto in chiave ringiovanente, sia dal punto di vista energetico che fisico, normalizzando gli squilibri ormonali del corpo.


Il libro dei cinque tibetani

Divulgati per la prima volta da Peter Kelder nel 1939 nel suo opuscolo The Eye of Revelation, successivamente ristampato come Ancient Secret of the Fountain of Youth e pubblicato in italiano dalle Edizioni Mediterranee, i cinque tibetani, caduti nell’oblio, sono tornati in auge nel mondo occidentale a metà degli anni '80, in piena epoca new age. Nel libro originale di trentadue pagine, l’autore raccontava di essere venuto a conoscenza dei riti da un colonnello in pensione dell’esercito britannico il quale, in un remoto monastero himalayano aveva scoperto il segreto della “fonte dell'eterna giovinezza” dei monaci che vi abitavano e che consisteva nella pratica quotidiana di cinque esercizi, descritti nel testo insieme ad altri brevi insegnamenti sui temi dell’alimentazione e dello stile di vita. Secondo alcune testimonianze non verificate c’è chi sostiene di aver ottenuto innumerevoli benefici nel praticarli: dalla ricrescita dei capelli al miglioramento della memoria, della vista, della potenza sessuale, e dell’energia vitale.


Cinque esercizi tibetani: dubbi sull'origine

Esistono, tuttavia, diverse incongruenze e c’è chi sospetta che i cinque tibetani siano frutto di un’invenzione dello stesso autore, sulla scia del fascino per l’Oriente sconosciuto che caratterizzò gli inizi del XX secolo. Non esistono, infatti, altre fonti che facciano riferimento ai cinque tibetani ed alcuni esercizi sembrano in contraddizione con le pratiche tradizionali tibetane.


I cinque tibetani funzionano?

Difficile dire con certezza sulla reale efficacia miracolosa ringiovanente di questi esercizi. Quel che è certo è che i cinque movimenti tibetani sono esercizi di ginnastica sani e corretti che possono solo far bene al nostro fisico e pertanto li consigliamo come un’ottima pratica per rimanere in forma con il corpo e con la mente.


I cinque movimenti tibetani

Primo rito tibetano

Rotazione su se stessi in senso orario: in posizione eretta e con le gambe leggermente divaricate e flesse, sollevate le braccia all’altezza delle spalle verso l’esterno, parallele al pavimento e con i palmi delle mani rivolti verso il basso. Ora, facendo perno sui piedi, ruotate su voi stesse in senso orario mantenendo le braccia nella stessa posizione. Iniziate da poche rotazioni fino a raggiungere i ventuno giri complessivi. Secondo la tradizione, ruotare in senso orario favorisce il fluire dell’energia attraverso i chakra.
 

Secondo rito tibetano

Sollevamento delle gambe e della testa: distese sulla schiena con le braccia lungo i fianchi e i palmi delle mani appoggiati al pavimento con le dita unite, sollevate il capo da terra portando il mento verso il petto e portate le gambe in verticale disegnando un angolo retto rispetto all’asse del pavimento. Le ginocchia devono rimanere stese. Ripetete fino a ventun volte.
 

Terzo rito tibetano

Inarcamento della schiena: assumete la posizione che nello yoga viene chiamata Ustrasana o posizione del cammello. Mettetevi quindi in ginocchio sul tappetino con i piedi che poggiano sul dorso del pavimento. Le mani poggiano sui fianchi e la testa si piega prima leggermente in avanti, poi all’indietro con un conseguente inarcamento della schiena.
 

Quarto rito tibetano

Sollevamento del corpo: partite da sedute con le gambe distese e leggermente divaricate e con la schiena dritta. Le mani poggiano sul pavimento con le dita rivolte verso i piedi. Inclinate ora la testa prima leggermente in avanti verso il mento e poi leggermente all’indietro e, a questo punto, mantenendo le braccia tese, sollevate il corpo dalla superficie, con le ginocchia ad angolo retto in modo da formare un ponte.
 

Quinto rito tibetano

Posizione a V capovolta: nello yoga si chiama Adho Mukha Svanasana o posizione del cane a testa in giù. Partite da una posizione di quadrupedia: puntate la punta dei piedi a terra e le mani, rimanendo sollevati da terra con tutto il corpo in posizione prona. A questo punto portate il bacino verso l’alto, andando ad appoggiare su tutta la pianta dei piedi sul pavimento in modo tale che la posizione del corpo (busto e gambe) formi una V rovesciata.
 

Benefici dei cinque tibetani

Praticare i cinque tibetani tonifica e rassoda la muscolatura, aumenta la forza fisica e la capacità di resistenza, stimola il flusso energetico attraverso i chakra e vivifica i plessi nervosi, gli organi e le ghiandole correlate, favorisce la circolazione e incrementa il flusso sanguigno, in particolare al volto. Eseguire i cinque tibetani al mattino appena svegli è un buon modo per iniziare bene la giornata con più energia ed equilibrio.

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