Melania-Via col Vento: Olivia de Havilland è centenaria
Olivia de Havilland, che in Via col Vento recitò la parte di Melania, nel corso della carriera ha vinto due premi Oscar. Il primo luglio compie un secolo di vita.
Giapponese di nascita, britannica di origine, statunitense per scelta, parigina d’adozione: Olivia de Havilland, che il primo luglio compie un secolo di vita, è come la sua carta d’identità. Poliedrica, misteriosa, eclettica. Anche se il mondo la ricorda come la Melania melensa di Via col Vento, la “pupattola smorfiosa e sciocca” (come la etichettò la collega di set Rossella O'Hara) lei è tutt’altro che la moglie arrendevole del bel Ashley che interpretò nel 1939.
Via col Vento: la parte di Melania
Tanto per mettere i puntini sulle i, fu lei a scegliere la parte di Melania, preferendola a quella della maliziosa Scarlett del film che ha contribuito a costruire la storia di Hollywood: “Melania era diversa. Aveva delle vere e profonde qualità femminili, che io sentivo che in quel periodo erano piuttosto a rischio e che invece devono essere tenute vive di generazione in generazione. Intendo dire che Melania pensava sempre agli altri prima che a sé, era accudente, compassionevole, e il bello è che era anche sempre serena, una persona felice”.
Olivia de Havilland: donna e attrice battagliera
Chiarito questo punto è bene dire che Olivia - che tra gli amanti annovera Clark Gable, Errol Flynn e Howard Hughes - ha sempre lottato per ottenere ciò che voleva. Anzitutto con il colosso cinematografico Warner: gli studios la volevano volto di donne stucchevoli e frivole, lei pretese ruoli che rendessero onore al suo talento. E li ottenne: da quello di Josephine 'Jody' Norris in A ciascuno il suo destino (1946) di Mitchell Leisen, che le accreditò il suo primo premio Oscar, alle gemelle Terry e Ruth Collins ne Lo specchio scuro (1946) di Robert Siodmak, passando per la corteggiatrice Catherine Sloper de L'ereditiera (1949) di William Wyler che le valse la seconda statuetta agli Awards.
E ancora: spesso collega di Bette Davis - in Avventura a mezzanotte (1937), ne Il conte di Essex (1939), In questa nostra vita (1942) e nel thriller Piano…piano, dolce Carlotta (1964) -, Olivia è stata anche una modella - è lei la donna che regge la fiaccola, in quello che è diventato il simbolo della Columbia Pictures - e, soprattutto, una donna dal difficile rapporto con la sorella Joan Fontaine.
La rivalità con la sorella Joan Fontaine
La battaglia con Joan, più giovane di un anno, iniziò in tenera età quando le due si contendevano l’amore di quella madre, a sua volta attrice, che le allevò a pane e Shakespeare e culminò agli Awards nel 1942, quando entrambe finirono in nomination come miglior attrice (per Il Sospetto Joan e per La porta d’oro Olivia). La spuntò Joan e sebbene una foto di Bob Beerman le immortalò mano nella mano, a sostenersi l’un l’altra, leggenda (hollywoodiana, bellezza) vuole che Joan la snobbò altezzosa al momento delle congratulazioni. Leggenda vuole anche che le due smisero di parlarsi e che Joan riprese più volte i figli che, in segreto, continuavano a vedere la zia. Sia come sia, è un fatto che Olivia non partecipò al funerale di Joan, nel 2013, salvo dichiarare alla stampa di essere “sconvolta e profondamente addolorata” per la morte della sorella.
I figli, i mariti, la vita francese
L’evento che ha stravolto per davvero la vita di Olivia, però, è stata la morte del figlio Benjamin, nato nel 1949 dal suo primo marito - lo scrittore Marcus Goodrich, da cui divorziò nel 1953, dopo 7 anni di matrimonio - e scomparso a 49 anni, per il morbo di Hodgkin. A sostenerla fu il secondo marito, il giornalista francese Pierre Galante sposato nel 1955 che un anno dopo le aveva dato la sua seconda figlia, Giselle, e che, nonostante il divorzio, nel 1979 rimase un punto fermo della sua vita. Tanto che fu lei a prendersi cura di lui quando si ammalò di tumore, arrivando a disertare nel 1998, per stargli al fianco, il 70º anniversario della notte degli Oscar.
Oggi Olivia ha lasciato il clamore di Parigi per la campagna e le sue prime 100 candeline le spegne circondata dai suoi cari, la figlia Giselle prima tra tutti. Il fatto che sia costretta sulla sedia a rotelle è un dettaglio: il nerbo della donna che lotta da un secolo è sempre lo stesso.