Colposcopia: a cosa serve?
Un esame della vagina che serve se il pap-test è positivo. Ma come viene fatto, perché si fa, è doloroso, bisogna restare in ospedale dopo? Ecco le risposte a tutte queste domande.
Un esame che si fa per capire per indagare diversi problemi vaginali: è la colposcopia.
Non è piacevole, ma almeno è molto utile al medico. La colposcopia è un esame che identifica una serie di problemi a carico dell'utero. Ecco di cosa si tratta e a cosa serve, come spiegano alle pazienti gli esperti dell'Airc, l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
A cosa serve?
Se un Pap-test è risultato positivo al papilloma virus, lo specialista chiederà di fare una colposcopia per poter analizzare le cellule del collo dell'utero. Ma l'esame serve anche per scoprire la causa di sanguinamenti dalla vagina o di dolori pelvici.
Come funziona?
La paziente è seduta, proprio come per il Pap-test, in posizione ginecologica. La vagina viene dilatata con lo speculum e in questo modo lo specialista controlla la cervice uterina come attraverso un binocolo, usando uno strumento chiamato colposcopio. Se necessario poi il medico preleverà dei campioni di tessuto per analizzarli, farà cioè una biopsia. La durata di solito è di una ventina di minuti.
Fa male?
L'esame può essere fastidioso, alcune donne non amano molto lo speculum, ma di per sé l'esame non fa male; si può però percepire un fastidio più intenso, in caso di biopsia.
E dopo l'esame?
Subito dopo l'esame, specie se si hanno delle piccole perdite o dolori, è comunque bene aspettare che i disturbi siano passati prima di avere rapporti sessuali. Se perdite o disturbi persistono, è bene informare comunque il medico.
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