Dislessia: come si riconosce?
Dislessia, un problema che riguarda molti bambini, ma che per una diagnosi ha bisogno che genitori o insegnanti si accorgano del problema. Ecco come.
Attenzione a considerare la dislessia una malattia. Si tratta piuttosto di un disturbo, uno stato, che prevede un deficit nella decodifica di testi o numeri. Non è un ostacolo, ma è importante che venga riconosciuta, per dare al bambino gli strumenti per affrontarla.
Cos'è?
La dislessia fa parte di un gruppo di disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. Il bambino si inceppa fa davvero molta fatica, nonostante si impegni. Si ha una dislessia quando la difficoltà riguarda la decodifica del testo, la disortografia riguarda invece l'ortografia, la disgrafia è legata all'abilità motoria della scrittura, la discalculia invece numeri e calcoli.
I segnali
Salto delle linee di un racconto, omissioni di parti o intere parole, invertire le parole in una frase, estrema difficoltà a leggere ad alta voce in modo chiaro e fluente, a scapito della comprensione del testo. Questi i campanelli di allarme che possono mettere in guardia insegnanti e genitori. Si ipotizza che sia un disturbo che colpisce il 3-4% della popolazione scolastica.
La diagnosi
La diagnosi avviene in modo diverso a seconda della fascia di età del bambino, anche se molti specialisti concordano che vada fatta non prima della fine della seconda elementare. Si effettua con l'aiuto di uno specialista, che dovrà effettuare dei test specifici. Di solito di parla di un neuropsichiatra infantile, foniatra, psicologo e/o logopedista.
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