Potatura vite: pronti, partenza, via!
Quando tutte le foglie sono cadute è il momento giusto: la potatura della vite è un'operazione importante perché assicura una pianta sana e una buona produzione di grappoli, quindi di vino!
Non tutti sanno che dietro a un buon bicchiere di vino c’è anche una buona potatura della vite. L’operazione tanto delicata quanto importante va fatta tra gennaio e febbraio, quando (tutte, proprio tutte) le foglie sono cadute ed è il momento sia di tagliare sia di modellare i rami e i tralci dell’albero da frutto che più di altri ha bisogno di manutenzione.
Perché gli obiettivi della potatura della vite sono sia produttivi (la produzione dell’uva) sia vegetativi (lo sviluppo delle foglie): se, da un lato, serve a redistribuire meglio il peso dei grappoli che dovranno sostenere e assicura una buona qualità dei frutti, dall’altro equilibra il numero di gemme che daranno vita ai grappoli. Va tenuto presente che la vite è una una sorta di liana e senza l’intervento dell’uomo tenderebbe ad allungarsi all’infinito.
A livello generale per la potatura della vite valgono gli strumenti e i tagli tipici di tutte le altre piante, ricordandosi di spruzzare zolfo non solo per prevenire infezioni da tagli ma anche per irrobustire le radici e tenendo sempre bene a mente che i tagli consentono di pianificare il numero di grappoli che la vite dovrà produrre e l’anno in cui questi dovranno svilupparsi. Vanno fatti con cognizione, insomma.
Le principali tecniche di potatura della vite si distinguono in “cordone permanente” e “tralcio di rinnovo”. Se la prima riguarda piante che producono da tralci cortissimi del tralcio principale - chiamato anche ceppo o capo a frutto, ovvero il tralcio dai cui spunteranno i grappoli d’uva - la potatura con tralcio di rinnovo - anche detta potatura mista - è quella in cui i tagli ai tralci, di varia lunghezza e dimensione, servono a creare nuovi capi a frutto, da cui si origineranno i grappoli, e altri tralci improduttivi, detti anche tralci o capi a legno.
Per quanto riguarda i tempi, è bene che nel primo anno la vite cresca liberamente nel proprio terreno ben concimato con foglie secche così da permettere all’albero di sviluppare un sistema di radici robuste. Nel secondo anno la prima fase di potatura della vite consiste nella semplice rimozione delle foglie, lasciando il tronco quasi completamente nudo in attesa dei nuovi steli. In primavera andranno rimossi i germogli laterali e quelli che crescono sulla base del tronco mentre l’inverno successivo è necessario tagliare i rami laterali indesiderati in modo da ottenere un fusto con uno stelo verticale e con due serie di rami laterali.
Il terzo inverno è il più importante per la potatura della vite. Ogni braccio del tronco deve rimanere con non più di una dozzina di gemme: sono loro che produrranno i frutti, durante la quarta estate, quando la pianta (e le aspettative dei viticoltori e degli appassionati) saranno al massimo.
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