Il bacio dei profughi siriani innamorati: "alla fine la vita vince, sempre"
La fotografia dei profughi siriani che si baciano nascosti da una tenda in un campo in Grecia sta facendo il giro del mondo: “alla fine la vita vince sempre, i rifugiati vinceranno”, ha scritto l'autore, Zsiros Istavan.
C’è quel bacio famoso, immortalato da Alfred Eisenstaedt a Times Square il 14 agosto 1945. Un marine e un’infermiera appena scampati all’incubo della guerra persi in un abbraccio di gioia e di passione durante la parata della vittoria a New York. Oggi c’è quest’altro bacio – anche questo famoso, ma nell’era di internet gli è bastata una manciata di ore per diventarlo -: quello di due profughi siriani che si credono nascosti dentro una tenda, in mezzo alla fiumana di gente accovacciata, sdraiata a terra che cerca asilo in Europa. Uno scatto realizzato in un campo di transito greco da Zsiros Istavan e poi pubblicato da un altro fotografo - Yannis Androulidakis – su Facebook.
Un bacio che racconta tutti noi esseri umani. Questa coppia non ha nulla: ha lasciato il paese d’origine e fatica a trovarne uno adottivo, dalla sua parte ha solo la tenda (che però li tradisce, perché non li nasconde davvero) e la forza inarrestabile dell’amore. L’immagine ci dice che tanto può bastare, se non per considerarsi arrivati, almeno scampati, e ritrovare la fiducia e la forza di lottare ancora.
Quella di Eisenstaedt è la foto della vita che torna in Occidente dopo l’incubo della Seconda guerra mondiale. Quella di questi due profughi siriani è in un certo senso capovolta, perché racconta la vita di chi è fuggito dalle armi, ma è solo a metà del cammino. Entrambe confermano che “alla fine la vita vince sempre, i rifugiati vinceranno”, come ha scritto Androulidakis commentando l’immagine in rete. La rapidità con cui lo scatto ha fatto il giro del mondo ci ricorda anche che la forza dell’amore è una chiave universale. Niklas Gris, un altro fotografo che l’ha condivisa, ha scritto: "I rifugiati vinceranno perché sono elementi di libertà, perché negano e aboliscono davvero i confini, perché sono testimoni della barbarie della guerra e dei poteri coloniali, e sono venuti in Occidente portando con sé la prova di quei crimini. Il colonialismo è tornato a casa. Ma la vita vince sempre, alla fine".
Questo bacio va tenuto a mente. Perché i profughi vinceranno solo dopo aver affrontato muri di paura ed egoismo difficili da scalfire. Muri che si fanno più alti e minacciosi a mano a mano che l’onda dei profughi si ingrossa. E si ingrossa tanto: nel 2015 quasi mezzo milione di persone (411.567 al 14 settembre) ha attraversato il Mediterraneo. Solo in Italia negli ultimi sette anni il numero di profughi in arrivo è quadruplicato. Quest’anno siamo già a 120 mila (il 2014 s’è chiuso a quota 170 mila), ma la Grecia è arrivata oltre i 280 mila. I dati sono nel secondo Rapporto sulla Protezione Internazionale in Italia, realizzato da Anci – l’associazione dei Comuni -, Caritas, Cittalia, Fondazione Migrantes e Spar in collaborazione con l’Unhcr.
Questo bacio va tenuto a mente anche perché nel 2014 i rifugiati fuori dal paese d’origine erano 19,5 milioni (14,4 milioni di questi sotto la protezione dell’Unhcr) e 38,2 milioni gli sfollati fuggiti da guerre o persecuzioni spostandosi all’interno di un paese. Le domande di asilo registrate 1,8 milioni.
Insomma, 59 milioni e mezzo di persone costrette a lasciare la casa e la loro terra d’origine, un numero cresciuto di 8 milioni rispetto al 2013: l’incremento più alto dagli anni della Seconda guerra mondiale. Da quel bacio immortalato a Times Square. È la Siria, con 3,9 milioni di profughi, il paese che ne conta di più: ha superato anche l’Afghanistan che aveva il primato da più di trent’anni. Terzo paese, in questa classifica degli sradicati, la Somalia.
E questo bacio va tenuto a mente anche perché c’è anche chi non ce la fa e muore prima di vedere il traguardo. Sono circa 2.900 le persone che hanno perso la vita tentando di attraversare il Mediterraneo, se si sta al conto delle classifiche ufficiali. Altri 200 hanno perso la vita per asfissia, stipati nei camion, o travolti lungo le strade o le ferrovie mentre cercavano la loro via di fuga. Ritratto impietoso di un mondo che a volte sembra fuggire da se stesso e spesso sembra pronto a esplodere per mancanza di compassione.
Poi arriva la fotografia di un bacio e cambia tutto. E tutti guardiamo e condividiamo la foto di questo bacio che ci piace immaginare come quello immortalato (quando le fotografie non esistevano ancora) da Dante. Nella Divina Commedia Paolo e Francesca sono prigionieri di un amore impossibile, che li condannerebbe all’esilio se lo consumassero perché figli di famiglie nemiche. Eppure – così racconta Francesca al Poeta - l’amore vince anche lì. E Paolo “la bocca mi baciò, tutto tremante”.
Copyright foto: Facebook@Yannis Androulidakis
Il documento intitolato « Il bacio dei profughi siriani innamorati: "alla fine la vita vince, sempre" » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.