Intestino pigro: cosa fare

L’intestino pigro è una patologia in cui il passaggio del cibo nel tratto digerente avviene con lentezza difficoltà.

Sintomi

L’intestino pigro è caratterizzato da un rallentato transito del cibo nel tratto digerente, con difficoltà per chi ne soffre a svuotare regolarmente e completamente l’alvo. Questo disturbi si manifesta con gonfiore e tensione addominale, dolori e crampi. Si accompagna a stipsi ed emissione difficoltosa di feci dure e sensazione di pienezza addominale anche dopo l’evacuazione.
Altri sintomi che possono manifestarsi sono alito cattivo al mattino, emorroidi (per lo sforzo di evacuazione), mal di testa e cellulite (causata dalla ritenzione idrica che ne deriva).

Conseguenze dell’intestino pigro

Questo disturbo può anche causare una serie di conseguenze spiacevoli e dannose per l’organismo. Tra queste troviamo: cistiti, diverticoliti e fecaloma (formazione di una massa di feci dure difficilissime da espellere) soprattuto negli anziani con intestino pigro.

Cause fisiologiche

Le cause fisiologiche sono essenzialmente due: l’età e il sesso. Per quanto riguarda il sesso, questa patologia è più frequente nelle donne perché indotto dalle variazioni ormonali del ciclo mestruale. Questo disturbo è particolarmente diffuso in gravidanza, per azione del progesterone, che rilassa la muscolatura liscia dell’intestino, e per l’ostacolo meccanico rappresentato dall’ingrossamento dell’utero.
Con l’età invece, il transito è rallentato a causa dell’invecchiamento delle strutture muscolari. Anche il neonato può presentare intestino pigro nel passaggio dall’alimentazione con latte materno a quella con latte artificiale.

Cause patologiche

Le cause possono essere patologiche e in tal caso l’intestino pigro è sintomo di una specifica patologia come colon irritabile, diverticoli e diverticolite, celiachia, ipotiroidismo e diabete.
Anche cattive abitudini alimentari (dieta ricca di grassi e povera di fibre, scarsa assunzione di liquidi)) e di vita (sedentarietà) possono causare intestino pigro. Infine, possono causarlo anche stress ed ansia e l’assunzione di farmaci (ipotensivanti, antidepressivi, antiacidità gastrica).

Rimedi della nonna

Modificare, se errate, alimentazione e abitudini di vita, assumendo fibre ed acqua e praticando attività fisica, evitando stress e tensioni psichiche.Tra i cibi prediligere e introdurre nell’alimentazione cibi detossicanti, assunti ben maturi o cotti come mela, ananas, uva aloe vera in succo o gel.

Intestino pigro in gravidanza

Il principale responsabile dell’intestino pigro in gravidanza è il progesterone, che è secreto per inibire le contrazioni della muscolatura liscia dell’utero e preservare la gravidanza, ma estende la sua azione su tutta la muscolatura liscia e quindi causa rallentamento del transito intestinale. Inoltre in gravidanza l’intestino assorbe più acqua e le feci disidratate e dure transitano con difficoltà nell’intestino. Infine l’aumento di peso e l’aumento di volume dell’utero contribuiscono all’intestino pigro.
Per ovviare a questo disturbo seguire una dieta ricca di fibre (frutta, verdura, cereali), evitare cibi astringenti (mela cruda, carote, riso), mangiare molta frutta e verdure cotte, assumere yogurt e bevande che contengono fermenti lattici vivi e fare una moderata attività fisica (passeggiate a passo sostenuto).

Cosa mangiare

Per quanto riguarda il regime alimentare da attuare se si soffre di intestino pigro si consiglia di assumere alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura e cereali, assumere alimenti contenenti fermenti lattici vivi e bere molta acqua.

Rimedi omeopatici

La Radice di cassia, contenente antrachinoni, è annoverato tra i rimedi omeopatici per l’intestino pigro grazie alla sua azione stimolante sulla muscolatura del colon. Anche corteccia di Frangola e cascara, contenenti anch’esse antrachinoni, che stimolano la peristalsi, favorendo lo svuotamento dell’intestino sono consigliate. Inoltre semi di lino, semi di girasole e semi di carvi. Utile anche la liquirizia, sotto forma di infuso di radici, che aiuta a regolarizzare il transito intestinale, poiché ha proprietà lassative ed antinfiammatorie.

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