Istat, l'Italia che non fa figli e muore sempre di meno

Rispetto all'anno scorso mancano all'appello cinquemila neonati e circa quattromila morti. L'Istat lancia l'allarme: a rischio il ricambio generazionale. 

Siamo ai minimi storici dai tempi dell'Unità d'Italia: 509mila parti e 597mila funerali.


Che in Italia si facciano (troppi) pochi figli non è una novità. Che i numeri siano in calo anche tra gli stranieri residenti - gli unici che tenevano alto il livello del Paese -, purtroppo sì. Il quadro demografico tracciato dall'Istat nel rapporto in cui sono stimati gli andamenti nel 2014 parla chiaro: il tasso di natalità è "insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale". Tradotto: se non si cambia verso bisognerà convertire gli asili in ospizi. Anche perché il fatto che pure i decessi siano in calo, invece di essere una buona notizia, si traduce in una popolazione sempre più vecchia. Nello specifico, rispetto all'anno scorso, mancano all'appello cinquemila neonati e circa quattromila morti.    

Siamo ai minimi storici dai tempi dell'Unità d'Italia: 509mila parti e 597mila funerali. Numeri che piazzano l'Italia al fondo delle classifiche: ogni donna, in media, ha 1,39 figli, come nel 2013 (nel 2010 era timidamente risalito a 1,46) a fronte di una media Ue di 1,58 (2012). Il Trentino Alto Adige e la Campania le regioni dove si appendono più fiocchi, mentre la Liguria (che si aggiudica anche il più alto tasso di mortalità) e la Sardegna quelle in cui un neonato è (sempre di più) una novità.  

Insomma, negli ultimi dieci anni la crescita è stata troppo debole: siamo appena 26 mila in più (strano ma vero è andata meglio al Nord che al Sud), per un totale di 60 milioni 808 mila residenti (compresi i 5 milioni 73 mila stranieri) che, volenti o nolenti, devono invertire la marcia. Anche perché  l'aspettativa di vita (con tutti i costi annessi e connessi) continua a salire attestandosi a 80,2 anni per gli uomini e 84,9 per le donne. Al punto che oggi, chi sta nel mezzo del cammin di vita sua, ha raggiunto i 44,4 anni; mentre la fetta degli under 14 sfiora il 13,8%, quella degli over 65 il 21,7% e quella compresa tra i 15 e i 64 super il 64%.

Duemila e passa anni dopo l'indovinello della Sfinge, la terza età non è più l'ultima: i novantenni di oggi sono tanti quanti i sessantenni di un secolo fa e una nuova fascia d'età - dai 60 agli 80 – è fiorita tra adulti ed anziani. E mentre il Fondo Monetario Internazionale lancia l'allarme longevità, i premi Nobel si attrezzano per scoprire l'elisir di lunga vita. Anche perché in Italia - entro il 2030 - i bisnonni ottantenni saranno sei milioni e i pronipoti under 10 appena cinque e mezzo, dice il demografo Gian Carlo Blangiardo. "Se dobbiamo vivere così a lungo - spiega Blangiardo -, tanto vale attrezzarsi per farlo al meglio, attivi e autosufficienti".  

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