Baby squillo Parioli: letture femministe per risarcimento

Il giudice Paola Di Nicola ha condannato un 35enne cliente di una delle due baby squillo dei Parioli a comprare 20mila euro di libri femministi.

Il giudice dell'affaire baby squillo dei Parioli ha condannato un 35enne a risarcire la 15enne con letture femministe.

Ventimila euro di libri femministi (e 2 anni di carcere). La prima condanna nell’affaire sulle baby squillo dei Parioli fa riflettere e discutere perché il provvedimento del giudice Paola Di Nicola è decisamente fuori dal comune: accantonato il classico risarcimento per i danni morali, un 35enne cliente di una delle due 15enni dovrà comprarle parole parole e parole. Ma non parole qualsiasi. 

Dalle poesie di Emily Dickinson e Sibilla Aleramo, ai romanzi di Virginia Woolf, Oriana Fallaci, Marguerite Yourcenar, Hannah Arendt, Anna Frank e Natalia Ginzburg; dal volume di Concetta Lodedo, La costruzione sociale del genere. Sessualità tra natura e cultura, ai tre di Georges Duby e Michelle Perrot dal titolo Storia delle donne in Occidente fino alle Figure femminili nella filosofia antica. Nonostante Platone di Adriana Cavarero. E ancora: dalle riflessioni di Maria Elvira De Caroli su Categorizzazione sociale e costruzione del pregiudizio negli atteggiamenti di genere e etnia a Contro le donne nei secoli dei secoli di Silvia Ballestra passando anche per il dvd di Suffragette, il film sulle prime attiviste inglesi per il diritto al voto alle donne.

La decisione del giudice che è anche parte del comitato per le pari opportunità al consiglio giudiziario di Roma, nonché madre di due figli, va oltre il diritto e punta all’educazione delle vittime che più che di soldi, hanno bisogno di cultura. Di capire che vendere il proprio corpo a 15 anni equivale a mortificarsi, non ad ad arricchirsi, come invece ha dichiarato nei verbali la diretta interessata. “Quando andava bene” è scritto, in due giorni “avevamo 800 euro in tasca per comprare tutto quello che volevo. Taxi, vestiti, shopping, sigarette, borse di marca”. Era questo “il mio scopo” un gioco al massacro iniziato perché tentata dall’amica Agnese: “Verso maggio ho detto ad Agnese: senti, ma magari provo a farla anche io questa cosa?”. Da allora una prova è diventata un’abitudine che oggi il giudice prova a correggere condannando il 35enne a regalare all’adolescente “la storia e il pensiero delle donne, la letteratura femminile e gli studi di genere”.

C’è da augurarsi che le ragazzine che si sono fatte coinvolgere “nel meretricio senza alcuna remora - come scrisse nel 2014 il giudice Costantino De Robbio - avendo di mira solo la prospettiva di guadagni facili con una evidente incapacità di rendersi conto di quanto stavano compiendo”, in un “micidiale incrocio di vulnerabilità ed assenza di valori” li prendano in mano questi volumi, e li leggano, e capiscano quanto sia bello e prezioso e difficile essere una donna che si ama.

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