Tragedia 8 marzo (2016): in India, una 15enne stuprata e poi bruciata

La tragedia dell'8 marzo si è consumata in India, vicino a New Delhi: una 15enne è stata prima violentata e poi data alle fiamme da un 20enne che la perseguitava da mesi.

Per la tragedia dell'8 marzo (2016) è stato arrestato un 20enne con bruciature alle mani.


La tragedia dell’8 marzo 2016 è andata in scena all’alba della vigilia, in India, per la precisione a Greater Noida, vicino a New Delhi. Protagonista una 15enne, da mesi perseguitata da un ragazzo che prima l’ha stuprata e poi l’ha bruciata viva, sulla terrazza del palazzo di casa. Le sue urla strazianti hanno attraversato lo spazio e i muri, sono arrivate alle orecchie dei genitori che hanno chiamato i soccorsi in una lotta contro il tempo verso il Safdarjung Hospital, nella capitale. Presto, ma non abbastanza: il 95% del suo corpo era ricoperto da ustioni, la giovane è morta dopo alcune ore. 

La polizia ha arrestato un 20enne con bruciature sulle mani che dovrà rispondere delle accuse di stupro, tentato omicidio, aggressione a un minore e lesioni gravi. Un ragazzo che, come ha raccontato la stessa ragazza alla polizia, la seguiva da mesi, lunedì si è infilato in casa sua e ha scelto quella terrazza per condannarla, a soli 15 anni. 

Severa la dichiarazione del presidente indiano Pranab Mukherjee che si è ritrovato a dover commentare l’accaduto nel giorno che festeggia le donne di tutto il mondo, proprio durante la consegna dei premi Nari Shakti Puruskar, alle donne che si sono distinte: “È intollerabile che ancora al giorno d'oggi e nella nostra epoca donne siano esposte a violenze brutali e selvagge per il solo fatto di essere donne” dice il capo di Stato. 

Che, alla luce della tragedia dell'8 marzo, ha tenuto a sottolineare: "dobbiamo ricordarci sempre con enfasi ed ogni volta che possiamo che ogni membro della nostra società, uomo o donna, allo stesso livello, ha il diritto di vivere in sicurezza, pace e dignità". Una condizione che, numeri di stupri alla mano, le donne indiane possono solo augurarsi: "la violenza, o la paura della violenza, riduce la libertà e lo sviluppo di tutti, particolarmente delle donne e dei bambini. Ma soprattutto, sminuisce la nostra società quando permette simili trattamenti inumani nei confronti delle sue donne, piuttosto che garantirne la sicurezza e l'eguaglianza dei diritti". 

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