Divorzio low cost, boom di richieste a Roma: per lasciarsi bastano 16 euro

Il divorzio "low cost" introdotto a dicembre e attivo in diversi comuni italiani, ha registrato - solo a Roma - 510 pratiche in quattro mesi. Per aver accesso al procedimento non bisogna avere niente in comune (né figli né beni) ed essere d'accordo.

I coniugi che sono d'accordo sulla fine e che non hanno niente in comune (né figli, né beni) hanno accesso al divorzio low cost: 16 euro. A Roma è boom.


Dopo il divorzio breve è il divorzio low cost il protagonista della scena. Inaugurato a dicembre - quando è entrata in vigore la legge sul divorzio facile che ha spianato la strada alla riforma approvata lo scorso 22 aprile dopo un cammino tortuoso - oggi è attivo a Roma, a Torino, a Ivrea, a Bergamo, a Bari, in alcuni comuni della Sardegna, a Legnano, a Varese ed Imola. Per dirsi addio non servono avvocati e non si mettono in conto parcelle che vanno da 1600 a 3200 euro: basta compilare un modulo in Comune e pagare 16 euro. Il tutto richiede venti minuti di orologio. 

Una piccola rivoluzione che in soli quattro mesi ha visto depositare nella Capitale 510 pratiche e 49 coppie in attesa di essere ricevute: “abbiamo iniziato a fornire questo servizio dall’entrata in vigore della legge 162/2014 che prevede la possibilità per i coniugi di comparire direttamente davanti all’ufficiale di Stato civile del Comune per la separazione o divorzio” spiega Angelo Ottavianelli, direttore dell’Ufficio Anagrafe di Roma Capitale. E “i numeri importanti” confermano che il servizio colma un’esigenza reale.

Certo, se la pratica fosse aperta a una platea più ampia andrebbe ancora meglio. Per avere accesso al divorzio low cost, infatti, non bisogna avere niente in comune (né figli, né beni patrimoniali) e va da sé che bisogna essere d’accordo. Insomma, una coppia dove l’amore è finito e vissero tutti felici e contenti. Eventualità che succede, se si pensa che ci sono anche gli ex che festeggiano la fine della vita insieme con un bel divorce party tutti insieme. Il problema riguarda tutti quelli che magari sono anche d’accordo ma, negli anni vissuti sotto lo stesso tetto, qualcosa l’hanno condiviso. Per tutti loro, (e per tutti quelli che dall'accordo sono lontanissimi) “si dovrà procedere alla negoziazione assistita o alla forma tradizionale di separazione” precisa l’avvocato matrimonialista Gabriella Arcuri. Tanto per la cronaca, il divorzio giudiziale, oltre a costare caro alla salute, è un salasso al conto in banca: da più di 9mila a oltre 13mila euro con una media di 4 o 5 udienze. 

Ma per tutti quelli che hanno smesso di litigare da un pezzo e vedono nel divorzio fai da te una soluzione veloce ed economica per mettere un punto, il servizio è tanto semplice quanto conveniente: “Depositato l’atto nei nostri uffici – aggiunge Ottavianelli – la coppia torna dopo un mese per un secondo appuntamento. Se conferma la scelta allora la separazione o il divorzio diventa effettivo”. Un iter dove “la figura dell’avvocato è facoltativa – precisa Arcuri –: ha un ruolo di supporto e informazione nella fase di formalizzazione dell’accordo”. I diretti interessati confermano, tutti gli altri, attendono.

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