Parto in acqua: pro e contro

Il parto in acqua è meno doloroso? Guardando le statistiche nostrane parrebbe di sì visto che una donna su dieci sceglie di far nascere il proprio figlio immersa in piscina. Ma anche in questo caso ci sono vantaggi e svantaggi.

Il parto in acqua ha molti vantaggi sia per la mamma che per il bebè ma, malgrado sia molto di moda, gli svantaggi non si possono ignorare.


Una donna su dieci opta per il parto in acqua: ma è davvero meno doloroso? Guardando le evidenze parrebbe proprio di sì: i benefici dell’acqua sul corpo umano, infatti, sono noti. In primo luogo essere immerse in un ambiente liquido rilassa, attiva la produzione di ormoni dal naturale effetto antidolorifico (le meravigliose endorfine) e, in più, regala un’assenza – momentanea – di peso che, scatenata dall’assenza di gravità, permette di dimenticare la pesantezza del pancione. Poi, ultimo ma non per ultimo, la temperatura delle vasche nelle quali avviene questo genere di parto è controllata e supera i 30° C, cosa che permette alle future mamme di lasciarsi infondere, dal calore diffuso, una generale sensazione di benessere. 

Vantaggi per il bambino nato in acqua

Ma se la mamma ha molti vantaggi è anche vero che il bambino non è da meno. Il parto in acqua, infatti, permette al bebè di vivere un passaggio meno traumatico dal liquido amniotico all’ambiente esterno. Questo, poi, comporta anche un (ulteriore) vantaggio per la partoriente: il piccolo, infatti - per un processo fisico-emozionale innato che si chiama bonding – è naturalmente propenso a dirigersi verso la mamma. E la commozione, a questo punto, è assicurata.


Svantaggi del parto in acqua

Malgrado questo, però, partorire in acqua presenta anche degli svantaggi. In primo luogo, infatti, il parto in vasca non è per tutte: lo possono scegliere solo le future mamme che hanno avuto una gravidanza fisiologica senza complicazioni (una di queste può essere la gestosi), che sono in perfetta salute, rispettano l’esatta scadenza, hanno una gravidanza singola (non gemellare) e alle quali non è stato necessario indurre il travaglio. Anche se è generalmente considerato meno doloroso di quello naturale, poi, il parto in acqua prevede che non sia possibile sottoporsi all’epidurale ed è sconsigliato dalle più recenti linee guida statunitensi dell’American Academy of Paediatrics e dell’American College of Obstetricians and Gynaecologists che ne hanno ridimensionato i benefici, sottolineando la mancanza di prove scientifiche a suo favore e segnalando alcuni casi “rari ma gravi” di complicanze (infezioni, emorragie e annegamenti).

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