Ragadi al seno: cosa sono

Da sempre medici e pediatri sostengono che l’allattamento al seno sia il migliore per la salute e il benessere del bambino. Però, molte mamme abbandonano questa pratica salutare proprio a causa delle fastidiose ragadi al seno.

Cosa sono

Le ragadi al seno sono screpolature o tagli, a volte anche profondi, oppure abrasioni, che si formano sul capezzolo, che, com’è comprensibile vista la delicatezza della zona, possono essere anche molto dolorose. Spesso, inoltre, le ragadi al seno sanguinano, proprio perché questa zona è molto irrorata da vasi e capillari e, se non sono curate adeguatamente, possono portare anche a disturbi peggiori, come l’ingorgo o la mastite. Sono anche molto diffuse: ne soffre circa un terzo delle donne che allatta. Nella prima settimana di allattamento è normale sentire una tensione del capezzolo o un indolenzimento all’inizio della poppata, ma se si protrae a lungo significa che c’è qualcosa che non va: in condizioni normali allattare non dev'essere doloroso. Anche capezzoli appiattiti o incassati dopo la poppata potrebbero essere il segno di un neonato attaccato nel modo scorretto.

Come si curano

Nella maggioranza dei casi, le ragadi al seno sono il segnale che l’attacco del bebè e la sua posizione non sono corretti. A volte questo può accadere per caratteristiche fisiche della madre, come i capezzoli rientranti, oppure dello stesso bebè, come il frenulo linguale troppo corto. Prima di tutto, la mamma dovrebbe trovare una posizione comoda per l’allattamento, magari aiutandosi con uno o più cuscini. La posizione, poi, andrebbe variata di volta in volta, in modo che il bambino non solleciti il seno sempre nello stesso punto. Il seno non andrebbe schiacciato tra indice e medio, come spesso accade per favorire la fuoriuscita del latte, ma andrebbe sorretto da sotto, senza stringerlo. La labbra del neonato devono avvolgere in generale l’areola, e non soltanto il capezzolo. Quando il piccolo si stacca o si addormenta si può provare ad attaccarlo anche dall’altra parte, in modo da drenare entrambi i seni. Nel momento in cui si dovesse provare dolore durante l’allattamento, bisogna staccare con delicatezza la bocca del bebè dal capezzolo e cercare di farlo riattaccare nel modo corretto (quindi non doloroso).
Per far guarire le ragadi è importante tenere il seno pulito e asciutto il più possibile e lavarsi le mani prima di allattare. Inoltre i capezzoli, più vengono lasciati all'aria aperta e all'asciutto prima guariranno.
Infine, dopo la poppata, bisogna cercare di far fuoriuscire, spremendo delicatamente il seno, qualche goccia di latte con cui massaggiare il capezzolo: il latte materno ridurrà il rischio di infezioni, perché ha proprietà antibatteriche, oltre a idratare la pelle rendendola più morbida e a favorire la crescita e il rinnovamento dell’epidermide.

L’uso di disinfettanti

L’utilizzo di disinfettanti è sconsigliato, perché possono irritare ulteriormente la pelle e seccarla, rendendo la cicatrizzazione ancora più difficile. Andrebbero evitate anche creme e pomate, che potrebbero ostacolare la poppata (facendo scivolare la bocca del bambino e rendendo ancor più difficoltoso l’attacco).

Potrebbe anche interessarti
Il documento intitolato « Ragadi al seno: cosa sono » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.