Ninna nanna mamma: il mondo (sommerso) delle mamme stanche

La pagina Facebook "I regret having children" raccoglie le testimonianze delle mamme pentite di esserlo e la consulente relazionale spiega: "Non si tratta di casi isolati". 

Il gruppo Facebook "I regret having children" raccoglie le testimonianze delle mamme che si sono pentite e che, semplicemente, vorrebbero tornare indietro nel tempo.


Che le mamme siano stanche è un fatto risaputo, che il loro essere multitasking 24 ore su 24 possa stremarle pure, ma quello di cui si parla (molto) meno è l’esercito (silenzioso) delle mamme stanche proprio del loro essere mamma. Ad illuminare questo mondo sotterraneo, che ogni giorno combatte contro il tabù secondo il quale la maternità è la cosa più bella del mondo senza alcuna possibilità di smentita, ci ha pensato la ricerca di Orna Donath, sociologa della Ben-Gurion University, che ha intervistato 23 mamme che - sostanzialmente - si sono pentite di esserlo diventate e lottano ogni giorno con il regret di avere dei figli unito agli immancabili sensi di colpa che questa consapevolezza provoca. 

Mamme stanche: il gruppo su Facebook

Ma questa ventina di donne israeliane non rappresentano un’eccezione e, per scoprirlo, basta un rapido giro sulla pagina Facebook I Regret Having Children, piazza virtuale d’elezione per i dibattiti delle mamme stanche di essere tali. “Ho 27 anni - scrive una - amo mio figlio ma sono una mamma single e a dire la verità rimpiango di aver avuto un bambino”. Immediata la risposta di un’altra “Il mio lavoro sarà fino alla morte quello di crescere i miei bambini ma non posso liberarmi dalla sensazione di aver perso la mia vita”. Una sensazione comune anche a una terza utente che confessa di odiare la sua vita attuale ”odio essere privata del sonno, odio la monotonia e odio sentirmi piena di sensi di colpa per questo”. Ma non solo. La pagina, che conta oltre 4mila utenti, contiene un gran numero di post, perlopiù anonimi. “Ho due figli - si legge per esempio - quando non ne avrei voluto nemmeno uno”. “Ho due figli  - le fa eco un’altra -  li amo ma non sono felice si sono presi tutta la mia vita, non posso avere un lavoro, ho perso la mia libertà, prima ero una hostess di volo, libera come un uccello, oggi la mia quotidianità è fatta solo di infinite faccende di casa”. 

Essere mamma: l'aiuto dal mondo esterno

The Indipendent, riportando le notizie in diretta da questo mondo di mamme stravolte, ha intervistato Arabella Russell, consulente delle relazioni, mettendo in luce come, in realtà, questa stanchezza e questo (costante) senso di colpa non rappresentino affatto un’eccezione (e non siano da confondere con la depressione post-partum). “La società - spiega - ripete da sempre che avere un figlio è fantastico ma la maternità, nella sua realizzazione, può essere un vero e proprio shock”. Come fare, dunque? Parlarne, parlarne e ancora parlarne. “Essere dispiaciute, stressate, stanche, annoiate e frustrate è completamente normale - continua infatti la Russell - ma chi incontra difficoltà nel suo essere mamma deve mettere da parte i pudori e parlarne apertamente con il partner o con un altro membro della famiglia”. E anche per i destinatari di queste confessioni l’esperta ha un messaggio chiaro: “State attenti a non giudicare e sappiate che ammettere la propria stanchezza è molto difficile per cui se chi lo fa si trova di fronte a una porta chiusa le conseguenze possono essere pericolose”. 


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