Giornata Pedofilia: il 2015 annus horribilis

Il Dossier sulla Pedofilia di Sos Il Telefono Azzurro Onlus denuncia casi in costante aumento: crescono (anche) i mostri estranei al nucleo familiare.

Il Dossier pubblicato nella Giornata contro la Pedofilia conferma il primato delle bambine tra le vittime.


Il 5 maggio è il giorno della lotta agli abusi sessuali sui minori, l'occasione per fare il punto e permettere ai numeri di alzare un velo su una realtà orribile. Che, nel 2015, è peggiorata: "I numeri sono in costante aumento" denuncia il Dossier sulla Pedofilia di Sos Il Telefono Azzurro Onlus pubblicato a pochi giorni dalle vergognose notizie di cronaca che hanno rivelato le ripetute violenze sessuali subite dalla piccola Fortuna Loffredo - prima di essere barbaramente gettata dal balcone di un palazzo di Caivano, in provincia di Napoli - e quelle perpetrate sulle bambine di una parrocchia di Roma, le cui indagini hanno fornito sconcertanti risultati.

Per la precisione, sono stati più di 4.724 i bambini e gli adolescenti, per lo più italiani (85%), che nel 2015 hanno chiesto aiuto alle linee di ascolto e di emergenza 1.96.96 e 114: sapere che 241 di loro denunciavano abusi a sfondo sessuale e che le segnalazioni legate alla pedopornografia online sono raddoppiate rispetto al 2013 fa ancora più male. Anche perché "per ogni bambino che è vittima di abusi c’è qualcuno che sa e non parla", spiega il professor Ernesto Caffo, Neuropsichiatra infantile all’Università degli studi di Modena e Presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus. 

Nonostante il silenzio di troppi adulti, "i bambini raccontano" quello che avviene tra le mura (troppo spesso) domestiche: più del 76% degli abusi sessuali raccontati all’1.96.96 hanno per carnefici persone del nucleo familiare. Percentuale che supera il 54% tra i casi denunciati al 114. La notizia ancora peggiore però, è che sono in crescita anche i mostri sconosciuti, estranei alla famiglia della vittima. 

A snocciolare i dati del rapporto non si smentisce il primato femminile tra le vittime (65%) che, nel 40% dei casi, hanno meno di 11 anni. Anche qui, però, c’è una nota ancora più dolente: aumentano anche le prede adolescenti, passate dal 22,3% del 2013, al 25% del 2014, fino al 33,3% del 2015.

Tra i maschi, invece, sono sempre i più piccoli (sotto gli 11 anni) ad essere i più colpiti e anche in questo caso, ogni anno di più: la linea di ascolto che nel 2014 registrava il 40,8%, nel 2015 ha segnato 55% mentre la linea di emergenza è passata dal 50% del 2014 al 60,9% del 2015. 

Insomma, sono troppi gli adulti che danno il peggio. Ecco perché è importante che l’altra fetta di mondo, quella che lotta per l’infanzia, scelga di schierarsi dalla parte delle vittime che "vanno supportate e rafforzate, affinché la prevenzione e la cura delle conseguenze psicologiche siano davvero possibili - invita Ernesto Caffo -. L’abuso sui bambini si combatte ogni giorno con azioni concrete di tipo culturale, etico, educativo e terapeutico". Nell’attesa che, su (nuova) richiesta dell’associazione,  la politica si muova e predisponga "un piano di azione per il contrasto della pedofilia, degli abusi e dello sfruttamento sessuale", tutti noi siamo chiamati a recitare il nostro ruolo, attuando una risposta concreta al "diritto all’ascolto" riconosciuto al bambino non solo dal cuore ma anche dalla ragione, come sancisce la Convenzione internazionale sui Diritti dell’Infanzia firmata dalle Nazioni Unite nel 1989.

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