Presidente del Perù 2016: Keiko Fujimori tenta la scalata

Quarant'anni e già un ruolo di First Lady alle spalle, la figlia dell'ex presidente e dittatore Alberto Fujimori ha vinto il primo turno delle presidenziali. "Io sono diversa". 

Nel 1994, quando i genitori divorziarono, Keiko assunse il ruolo di First Lady di papà Alberto.


Le colpe dei padri non ricadono sui figli. Per lo meno non in Perù, dove Keiko Fujimori si è aggiudicata (con il 40% dei voti) il primo turno delle elezioni presidenziali. In molti la danno già sconfitta al ballottaggio del prossimo 5 giugno, dove non è ancora chiaro se si confronterà con Pedro Pablo Kuczynski, l’economista della Banca mondiale, oppure con Veronika Mendoza, la parlamentare di sinistra di professione (anche) psicologa e ambientalista. 

La figlia del dittatore alla riscossa

Sia come sia, la notizia fa notizia perché Keiko è la figlia di quell’Alberto Fujimori di origine giapponese che fu presidente dal 1990 al 2000 e governò il Perù all’insegna dell’oscurantismo, della corruzione e del terrorismo di Stato. Dal 2010 è in carcere dove sta scontando una condanna a 25 anni per l'omicidio di 30 persone, sequestro di persona e violazione dei diritti umani. 

Accuse che Keiko ha bollato come “errori” e, dribblando chi le chiedeva una condanna pubblica, ha accantonato firmando un impegno con i cittadini a non liberarlo, a rispettare una stampa indipendente, la libertà dell’opposizione e a non interferire con le strutture democratiche in caso verrà eletta. Opzione improbabile, secondo gli analisti, ma non così tanto, considerando la sua campagna elettorale concentrata sul malessere del presente: in un Paese dove il 20% della popolazione è povera e il 75% dei lavoratori è in nero e le promesse vanno dall’acqua potabile per tutti a nuove case popolari passando per meno tasse a piccole imprese e commercianti e incentivi al lavoro giovanile, le malefatte del passato hanno un peso relativo.   

Keiko lo sa bene e va dritta per la sua strada, forte di quella K bianca su sfondo arancione come a dire: “io sono anzitutto Keiko”. Peccato che l’arancione fosse il colore scelto dal padre e la K non le abbia portato molta fortuna nel 2011 quando la donna, oggi 40enne, tentò la prima scalata presidenziale con il suo neonato partito Fuerza 2011, ma fu sconfitta da Ollanta Humala. 

Keiko, già First Lady (a 19 anni)

Poco male, Keiko è giovane e ha già un pelo sullo stomaco lungo così: quando nel 1994 i suoi genitori divorziano e la madre Susanna fugge da quello che aveva visto (e per questo, dice, fu torturata), accetta il ruolo di First Lady del padre Alberto. Aveva 19 anni e un progetto preciso - canalizzare aiuti e introiti ai settori più bisognosi del suo paese, bambini anzitutto - che la riscattò agli occhi del popolo. Nel 2000, mentre suo padre fa di tutto per restare attaccato al potere, Keiko prende il volo: prima un master in business alla Columbia University, poi il lavoro negli Stati Uniti, con l’esportazione di medicine tradizionali, dal Maca all’Unghia di Gatto, e la vendita di prodotti di aroma-terapia nel mercato peruviano. 

Quando nel 2005 torna in Perù e prende le redini del partito, la sua popolarità è alta: le indagini fiscali la assolvono, Keiko è pulita e nell’aprile 2006 viene eletta Congresista della Repubblica con la più alta votazione nella storia del Perù. Dieci anni dopo, forte di un partito tutto suo, una famiglia tutta sua - è sposata con lo statunitense Mark Vito Villanella, la coppia ha 2 bambine, Kyara Sofìa (2007) e Kaori Marcela (2009) - Keiko è pronta a raccogliere la sfida. Ai peruviani l’ardua sentenza.

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