Mattia Griggio: Le Iene beffano il re delle truffe

Mattia Griggio, il re delle truffe padovano di recente incarcerato per aver sfilato fino a un milione di euro a privati cittadini, è il protagonista del servizio de Le Iene: credeva di farla franca, e invece è stato beffato.   

Mattia Griggio, il re delle truffe, è protagonista del servizio de Le Iene trasmesso il primo marzo.


Mattia Griggio, 35 anni, sposato, un figlio, professione “truffatore”, si è scavato la fossa da solo. Non solo truffando povera gente ma soprattutto peccando di superbia. Il 18 febbraio 2016 la sua latitanza è terminata: gli agenti della Squadra mobile l’hanno finalmente trovato e accompagnato in questura dove ha ricevuto la notifica dell’ordine di carcerazione firmato nel gennaio 2015. Oggi il re delle truffe è in carcere a scontare un cumulo pene per complessivi un anno e quattro mesi. Ma il servizio trasmesso da Le Iene il primo marzo che ricostruisce i suoi piani diabolici e la sua mente malata ha dell’incredibile.

L’inviato Matteo Viviani gli sta dietro dall’aprile 2013: Mattia Griggio si spaccia per mediatore creditizio, in realtà fa firmare contratti che non contrattano nulla, intasca le parcelle, a volte i risparmi di una vita di cui promette grandi cose, e poi sparisce. Giuseppe, un tentato suicidio alle spalle, gli ha messo in mano 200mila euro che non ha mai più rivisto. Intercettato da Viviani, Mattia Griggio promette alle telecamere che non lo farà più e restituirà i soldi: “è vero, mi sono intascato dei soldi, ho sbagliato, ma mi prendo un impegno e tra sei mesi vediamo com’è andata”. Sei mesi dopo la solfa è peggio di prima. 

Mattia Griggio è vorace, truffa chiunque gli capiti a tiro: giovani, pensionati, imprenditori, madri. Le Iene ripartono all’attacco e a novembre 2013 sono di nuovo da lui che, di nuovo, fa il cane bastonato: ammette le truffe (ma contesta le vacanze in Costa Smeralda e l’albergo di lusso pagato con un assegno scaduto), invoca pietà perché “quando mi alzo al mattino mi faccio schifo” e "perché è come una droga" e balbetta che la situazione si metterà a posto. 

E invece cede di nuovo alla tentazione provando ad acquistare un ristorante fuori Padova: 600mila euro presentando non un atto di fideiussione, ma un preventivo sbianchettato. La iena Matteo Viviani sorprende Mattia Griggio dall’avvocato e lo smaschera, lui non gradisce e qualche giorno dopo lo chiama, minacciandolo: “Stai attento, perché se va in onda questa puttanata che hai filmato…, stai molto attento, vengo lì con 500 persone e tu non esci più” a cui seguono una serie di turpiloqui estesi anche alla famiglia. 

Il fatto è che Mattia Griggio si presenta per davvero agli studi, accompagnato dal giovane Alberto  (personaggio chiave di questa storia) con le migliori (apparenti) intenzioni. Davanti alle telecamere propone “un patto con voi e con le persone che hanno avuto un danno dai miei comportamenti”, dal momento che ormai “ho le strade sbarrate da ogni punto di vista”. In realtà è l'ennesima messa in scena per riscattare l’onore sporcato dalle interviste precedenti, ma questa verità Viviani la rivela alla fine, in grande stile. 

L’intervista snocciola qualche verità e molte bugie: è il 2008, la crisi economica colpisce (anche) quelli come lui, ma Griggio, 28 anni, non ne vuole sapere di abbassare il tenore di vita e così s’inventa qualche trucchetto, convinto di non fare danni. “Organizzavo finanziamenti che non potevano essere erogati e poi mi tenevo i soldi. In altre le documentazioni era fasulle”. Racconta che la prima truffa gli ha fruttato 400 euro, l’ultima una Smart. Dice che le persone truffate sono una settantina, “scelte senza criterio, cercando di non creare danni irreparabili” e che in totale gli hanno fruttato 300mila euro. Spesi tutti per fare bella vita: “10-15mila al mese, 1300 di affitto, 1500-2000 solo di mangiare, week end sempre in giro da 1000 euro”. In realtà il bottino ammonta a un milione, le vittime venivano scelte accuratamente - anziani senza eredi, imprenditori in difficoltà, giovani madri disoccupate - e tra gli acquisti c’è anche una casa in Colombia pagata “70mila euro in contanti, con la Wester Union”. Intestata “a mia moglie, io non ho un cazzo”. 

L’intervista si conclude con “una promessa e una garanzia” a cui nessuno crede. Perché è qui che entra in gioco Alberto, il figlio di un’operaia truffata che ha deciso di fare il doppio gioco per far crollare il castello. Alberto è d’accordo con Le Iene: Mattia Griggio pensava di essere il più furbo e scopre di essere stato il più ingenuo. Le telefonate tra i due sono state tutte registrate, così come il viaggio da Padova a Milano in cui Mattia si è vantato con Alberto (e tutti i telespettatori) dei suoi raggiri.

Viene fuori di tutto: “Avevo una casa di appuntamenti a Vicenza, facevamo un milione di lire al giorno”, "la truffa alla vecchietta è stata mondiale, 94 anni, sola al mondo, che bella giornata che è stata! Io avevo questo assegno, odorava di soldi”. Centomila euro, per la precisione, poco male, dice lui perché “due mesi dopo è morta”. I progetti del futuro miravano a raccattare clienti tra “i finanziamenti ai cambializzati, ti chiama il mondo, prendi i soldi e non becchi nemmeno una denuncia” e le “puttane e i trans” grazie agli annunci sulle tv private dopo mezzanotte facendo ben attenzione a evitare sfruttamento della prostituzione. 

Il castello crolla, la Iena Matteo scopre le carte, rivela di sapere tutto ma il re delle truffe non cede e per la quarta volta, smascherato, beffato, umiliato e tradito fa come se niente fosse: sale sul pullman, torna a Padova e inizia la sua latitanza. Terminata il 18 febbraio, il giorno della sua nuova vita a pane e acqua. 

Copyright foto: Mediaset/Le Iene
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