Influenza suina: sta tornando?

L'influenza suina, ma anche quella aviaria, senza dimenticare il ceppo di stagione. Ecco quel che bisogna sapere sui virus influenzali di stagione.

Influenza suina, tra allarmismi e notizie dal mondo, continua a far parlare di sé.


La stagione dei malesseri non è finita, e forse non ha neppure raggiunto il suo apice. Si torna a parlare di influenza suina e aviaria. In quest'ultimo caso complici sono i focolai registrati (nei soli allevamenti, tra animali) in Francia e nel Regno Unito.

Nel caso della suina, invece, ci riporta in Cina. Uno studio pubblicato sul finire dell'anno dalla statunitense Proceedings of the National Academy of Science ha creato quello che si può definire un discreto livello di paura nel mondo: lo studio, dal titolo Prevalence, genetics, and transmissibility in ferrets of Eurasian avian-like H1N1 swine influenza viruses e sviluppato da alcuni scienziati cinesi, spiegava che era stato scoperto un virus dei suini simile all'aviaria, potenzialmente in grado di creare una pandemia globale (tra gli uomini).  

A tranquillizzare ci ha pensato il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, che spiega: "Il pericolo che tale virus contagi l'uomo e, facendo un salto di specie, renda possibile la sua trasmissione da uomo a uomo, è solo teorico e potenziale". Pur confermando la necessità di monitorare gli animali in Cina e le persone che lavorano a diretto contatto con loro. Meglio, spiega l'esperto, concentrarsi sui malanni di stagione in carne e ossa, starnuti (pochi) compresi: ''Non sorprende che questa, al contrario dello scorso anno si prospetti come un'annata a bassa intensità di casi influenzali: quest'anno, infatti, i virus influenzali non sono mutati e la popolazione presenta dunque una maggiore copertura; inoltre, le temperature sono meno fredde. Tutte condizioni che contribuiscono a 'contenere' il diffondersi dell'influenza''. I casi contati fino ad ora sono numericamente ridotti, merito anche della campagna di vaccinazioni, ma attenzione ''potrebbe sempre verificarsi una coda influenzale più lunga, non credo che il picco, atteso per febbraio, supererà i livelli dello scorso anno'', ha concluso l'esperto.

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