Seno rifatto: le protesi sono sicure?

Nuove analisi sono state condotte sulle protesi al seno, ma non è ancora chiaro se l'aumento delle mammelle sia correlato ad alcune malattie.

Le protesi al seno sono davvero sicure? Secondo i medici servono ulteriori controlli.


Protesi al seno, sono davvero sicure? Se lo chiedono ancora, i medici, nonostante siano ormai passati numerosi anni dai primi impianti e il numero di donne che, ogni anno, ricorre all'aumento del seno è in crescita.

Ebbene, quello che oggi pare sicuro è che non c'è ancora una certezza sulla sicurezza degli impianti a base di silicone, introdotti per la prima volta negli Stati Uniti oltre dieci anni fa. A mancare, dicono gli specialisti, sono proprio degli studi seri e definitivi sul tema. Alcune carenze nei lavori di ricerca passati, infatti, avrebbero alterato i risultati dei precendenti studi, sostengono infatti dalla Brown University School of Public Health di Rhode Island, dove è stato lanciato l'allarme. Il professor Ethan Balk, che ha portato avanti un lavoro di revisione di tutti gli studi passati, ha dichiarato: "Data l'inconsistenza degli studi effettuati fino ad oggi, sono necessarie ulteriori indagini per capire se ci sono delle eventuali associazioni tra gli impianti al silicone e problemi di salute a lungo termine". Nel corso del solo 2014, secondo la American Society of Plastic Surgeons, l'associazione dei chirurghi estetici statunitensi, ci sono stati oltre 286 mila interventi su altrettante donne: si tratta dell'intervento di chirurgia estetica più comune del Paese, primato che può essere facilmente estendibile all'Europa.

Secondo il quotidiano inglese Daily Mail, che per primo ha ripreso la notizia della mancanza di studi affidabili sul tema, ora i ricercatori si stanno attivando per individuare eventuali collegamenti tra l'ingrandimento del seno e alcune malattie. E, ad oggi, secondo Balk solo un lavoro di ricerca può essere considerato attendibile. Tuttavia non ha fornito prove sufficienti sul collegamento tra le protesi al seno e svariati problemi. In particolare tumori, artrite, disordini del sistema immunitario, sterilità e malattie mentali.

Per questo motivo sarà anche favorita la nascita di un registro nazionale delle protesi al seno, negli Stati Uniti, per tenere in conto e registrare i dati sulle donne che si sottopongono a questo intervento per fare in modo che, nel giro di 10-15 anni, le loro esperienze siano utili alle prossime pazienti. Allo stesso tempo i ricercatori vogliono tranquillizzare le donne con protesi: Rod Rohrich, co-autore delle analisi di Balk, ha ricordato che, per quando carenti siano stati gli studi del passato, ad oggi comunque non sono state evidenziante particolari problematicità o seri disturbi, a lungo termine.

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